Volontà - anno XIII - n.3 - marzo 1960

niente ma se fosse una tendenza costante polremrno scrollarci di dosso uua pesante ipoteca cli carattere economico in senso slrctto, e un.altra note,·ole sullo sfrullamcnlo indiscriminato che questa categoria esercita sui consu• matori. Si 1>ensiche di adde11i al commercio fisso solo a Torino ce ne sono ben 16.587, 5898 ambulanti. A <ruesti si aggiungano i grossisti in numero di 3167 ( uno per ogni 300 abitanti, da cui risulterebbe che un grossi~ta fornisce merci solo a 4 commercianti in media. Che grossista!). li bilancio di questa situazione si fa rapidamente. Ogni trecento per– sone - persone non famiglie - deve mantenere ogni anno 4 commer– cianti circa, con il suo seguito famigliare, con il suo personale di sen•i• zio nel negozio, un grossista con allrellanla famiglia piì1 i cli1>enclenti. i locali, i trasporli, le tasse ecci. Se è vero che il rapporto medio (ra persone e famiglie è di 4 a l sul bilancio annuo di 75 Camiglie gravuno tutte queste spese. Questi i fasli del liherismo economico che con la sua organizzazione capillare rende i costi ele\'8lissimi - a parte il (urto e la truffa sui prodotti - con la scusa di esercitare una libna concorrenza diventala oltretullo impossibile. Ancoro · sullo zucchero Questo prodotto base clclralimcntazione del genere umano serve hc, nissimo - attrn,•erso il confronto dircllo (ra i costi, i prc1.zi , il criterio J>roduui,•o indus1rialc e agricolo, cccl. - q·ualc tesi di verifica della po– litica sociale dei monopoli italiani e del loro go,•crno sulle cose economi– che del 1>aese. Abbiamo recentemente descritto gli interventi del go,•erno in materia e ritorniamo <1ui a citare un confronto fra prezzi di ,•enclila sui mercnti naziontdi. Dal confronto risulta che in llalia il 1>rezzo è fra i piì1 cle,•ati del mondo. Da una statistica della F.A.O. ( Organizzazione internazionale per la agrieollura e l'alimentazione) risulta che i più cari Cra i paesi del mondo figurano nell'ordine: la Turchia, l'Africa Equatoriale francese, la Jugo– slavia, il Giapponf' e l'Italia. Tutti gli altri pae,;i sono al di sono, e non di poco, dei pre1.zi di questo gruppo cli paesi non certo benemeriti. Al prezzo di 248 lire italiane, stanno le 54 lire al chilo del Cile, di 140 nel Belgio, di 150 negli Stati Uniti, le 175 della Spagna (si, si, proprio la Spagna che è tulio dire). Se ci mettessimo in mente di (are <1ui un conrronto anche con i red– diti - che sarebbe la chiave di ,,olta per giudicare - ne uscirebbe una iii• tuazione veramente edificante. Ma non è compito di <1ues1e piccole noie. Ci limi1eremo ad aggiungere che la produzione mondiale è in aumcnlo essendo passata da 18 milioni di tonnellale del 19•16 a 42 milioni di ton– nellate del 1958. Jl consumo pure è in aumento: dagli 11,8 del triennio 1948, 1 50 agli 15,5 del triennio 1956- 1 59. In l1alia anche si sono seguiti <1nes1i andamenti. Ma i nostri imlu- liO

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