Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960

quicm µcr una monaca), riduzione del romanzo omonimo di William Faulkner, cercò di creare la trage• dia moderna. I suoi personaggi sem– brano appartenere alla cronaca dei nostri giornali. Sulla scena vestono alla moda di oggi, parlano il lin– guaggio di oggi, ma è così misurato f,:,Clllplice grande da saper esprime– re anche il senso del tragico. JI "resistente ,,. Durante la seconda gue1·rn mon– diale, egli si schierò tra i resistenti. Fece uscire prima clandcs1.inamen- 1c l'ex-quotidiano socialistn Com.bat di cui {u poi direttore, quando ven– ne pubblicato a Parigi, dopo la libe– ,razione. I suoi editoriali col1lirono tutti per la loro incisività lapidaria, per la loro chiarezza e per l'accento di sin· ceritì1 che vi si sentiva. Mai, forse, il giornalismo (u cor.npiuto con tanta sincera passione ed entusiasmo. I compagni che lavoravano con lui, tra i quali vi era quella cam.e– raderie così cara a Camus, dopo che questi aveva consegnato l'editoriale e qualche nota pungente o di com– mento a fatti di at1uali1à, rimanc– ncvano in tipografia e, nella notte iarda, uno di loro, a voce aha, lcg– gc,•a quegli editoriali e vi « scopri– vano, sollo la rigorosità del pensie– ro e dell'espressione, tutl.o quello che il pudore di Camus aveva sugge– rilo e nascosi.o nello stesso tempo». Da quello che egli scrisse per la morte di Roosevelt, poterono indo- 76 vinare quello che << Camus sentiva e non aveva mai detto sulla propria malattia, sul cornggio che aveva do– vuto avere per affrontare la vita. Non era d'ell'ammirazione ma della tenerezza )), quella che i compagni di lavoro provavano per lui. In uno di quegli edi1oriali Ca– mus, nell'atmosfera ancora calda della guerra e nella speranza di una rinascita del pucse, ,weva proclama– lo: « La Parigi che ha combattulo c1ues1a notte intende comandare do– mani, non per il po1ere, ma per la giustizia e la moralità; non per co– mandare sul paese, ma per la glo– ria elci paese ». Questa sua volontà, che la politica Cosse inuanzilutto morale, chC la stampa diventasse una grande for– za spirituale e critica per formare gli spiriti e « ridare al paese la sua voce profoncl'a »; che la verità fosse accettata così com'era e per c1uello che era, spiega perchè egli sia sta• to definito il moralista dell'assurdo e come abbia abbandonato la su; attività giornalistica e si sia disgu• stato della politica. Pierre Monaue, il noto sindaca– lista rivoluzionario Iranecse, così commentava l'assegnazione del pre– mio Nobel a Camus: (< E' uno scrit– tore, ma è un compagno. Non cam– bierà». A. Camus, infatti, 1100 aveva <·am– biato e noi oggi siamo addolorai i per la scomparsa dello scrittore e del conq>ngno che ci rendeva meno esitanti sulla nostra strada e ci O·

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