Volontà - anno XIII - n.2 - febbraio 1960

ancora nelle pr1g10111 francesi, no– nostante la instancabile cnm1lagrrn che il nostro compagno Louis Le– coin sta conducendo da due anni, campagna di cui Camus era staio lì(•mpre solidale e che m•e,•a SCE(ttito ron il cuore. Questa notizia mi era slnla data da Lecoin slesso qtmlchc ~iorno prima che Camus finisse co– ~ì tr·n~iemncntc. Credo che di quest'amicizia Jòl«'lll· plicc, spontanea, fedele dei noslri <'om1>agni, Camus ne fosse irnmen– ~amente (elice e trovasse in essa un <'Ontf>enso alle inimicizie ed incom– prensioni di certi nmbicnli lc-tternri d1e erano gelosi di una notorietà, <'11e dava fnstidio e pesava cno1·111('- 111en1e allo stesso Camu!I-, 11 compagno. Ilerbcrt Hcad, in un'intcn,istn <'011 il com1>agno Cio,•rumi Ualdelli 1 • eb– be a dire che tra i pensatori che a– vevano maggiormente contribuito a rafforzare il punto di ,•ista anard1i– co, negli ultimi quarnnt'auni, vi e– rano: Gandhi, Camilla Bcrneri, F'ricdPrich Ceorg Junger, Silonc, Alberi. Camus, Vinoba e Paslernnk. Tutti i compagni del mondo han– no sempre sentito il fondo liberta– rio del pensiero di Cainu.s. I suoi scritti venivano riprodotti dalle no. sire 1mbblicazioni di molti pnei;.i; a Montevideo, Buenos Aires e negli Stnli Uniti venivano anche raccolti in volumi. L'abbiamo sempre sentito \'ÌCino n noi per la sua profonda u– manità; 1>er la meravigliosa fusione che in lui esisteva fra cuore ccl in– telligenza; per la sua lnrghissir:na concezione della libertà (« per avere 1 J/0l0111U. n. I Gennaio 19S9. il diritto di eF-ser<"testimoni di li– ber1à non basta sacrificarsi ,,cr la nostra libcrtit, bisogna cs~erc capaci di eroismi e di 1mcrifici J>er la li– bN1(1 dei nostri nemici»); 1>cr non a. ver nrni confuso il benessere con la liber!Ìl (« il bcucs~ere dei popoli, in particolar modo, è sempre stato l'a– libi dei 1irnnni cd offre per di più il vantaggio di tran<1uilJare la coscien– za dei domestici della tirannia»); per l'impegno sociale che ciii aveva preso come scrittore; per la sua fe. deità a dei principi morali che ave– va accettato. (« Se gli uomini non possono sempre a!tire perchè la storia abbia un senso, possono sempre ope– rare pcrchè In loro propria vita ne abbia uno»); per il suo 11111iconformi– i;mo che Io portm,a II t·ibcllarsi con– tro l'anticonforrnii::1110 di mocla, che non era nhro d1c un nttegE?:iameolo intellettuale; per la i-un resii::1cnza a 1u11i i « deismi », anche i-e si mnschc. t·a,,ano di razionalismo (per sfog– ttire ad un cerio laicij,.rno « obbliga– torio » si po!rcbch c-sscre tentati di rn<'ltcn:i [uori legge e fonti almeno <<cardinale»); per aver inle~o il !1-Uo engagcmcnt di i;.cri1torc l'omc (rntcr– nitit nel dolore, nelln comune sven– tura, fedeltà vergo coloro che sono caduti nella l011n contro ,:?:li arbitrii o ne soffrono, o per la difosu dei va• lori umani. In questo senso, cd è lullo o qua– si tutto, 1-Icrbcrt Rcad aveva ra– gione. Lo scrittore. Speriamo che <111nlc11no, che è sta– to vicino a Camus e conosce bene tutta la sua produzione letteraria, possa farne una degna 1uesentazio– ne per i nostri lettori. 73

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