Volontà - anno XIII - n.1 - gennaio 1960

oggi la disciplina costituisce una pe– sante coltre di conformismo distesa sul pensiero e la vita degli uomi.ni. li guaio è che tale crescente potere dei 1>ar1itinella società., coincide con In loro decadenza ideale, con l'np• 1,inttimeoto de1le loro idee ispira– trici nello sterile praticismo gover– nativo e parlamentare. Di qui l'as– senza, anzi la repressione concor– daia di ogni vitalità sociale e di prospellive a largo respiro. In Ita– lia, <love il gioco politico è condi– zionato dal partito cattolico e dn11e sue scelte, diffondere con<"<"llidi vi– ta umanisti e liberi da trascendf'nze che diano ombra all'imperante teo– lo~ismo e provochino collere inqui– sitoriali, è segno di caltivo gusto e di immaturiti1 politica. Agi1are con– <·elti veramente liberali o verumcn– te soc-ialisti che rappresenlino la e– spressione moderna de.i classici del Jibrralismo o del socialismo, ogj!:i siW"tific-a incorrere ollre <"he nella incomprensione delle masse, oramai disabituate al linguaggio del libe– ro pensiero. anche nell'ostrarismo <l<'i partiti rhe di quelle iclee por– tano il nome e che non potrebbero sopporlarc in esse la condnnna del loro cinico affarismo. F.' così che la parte pii't intelligen• tf" e viva della società italiana sente il rontrollo opprimente dei partiti <' d<'i loro apparati, ma non è così che lo sentono i circoli <"Conomici diri~en1i e la stampa al loro servi– zio. La loro preoccupazione è di altro p:enere: essi si sono accorti che il potere <'entrale sul qnale premo– no {'On tanto successo può essere cnrrito con facilità oa nzioni peri– feriche, come per esempio <ln un ronp:rci;so di partito; clopo aver co- 1'truito tanto pazientemente tma 42 maggioranza parlamentare, ceco che da una qualsiasi parie le possono !'<of-fiaresopra e farla cadere come un castello di caria. Bisogoa corre– re ai ripari ed ecco giuristi illustri escogitare la sistemazione giuridica dei partiti nello stato con opportu– ne modalità e controlli che ponga– no la loro vitn interna sotto il viid· le controllo delle supreme autorità.. Affiora anche qui il problema chiave, quello del governo Rtabile: problema che è la passione delle nostre classi dirigenti e che fa loro rimpiangere l'era degnsperiana e ~ perchè no? - anche quella più in– dietro. Esse non riescono a tenere saldamente nelle mani il potere e quando credono di averlo si accor– gono che sfugge, scivola da ogni par– te come un'anguillu. Se lo vedono minacciato in parlamenlo dalla flui– dità delle alleanze o dallu indisci– plina dei gruppi di maggioranza, se lo ved·ono minaccialo dalle autono– mie regionali il cui potere peri(e. rico smentisce talvolta quello cen– trale, ora se lo vedono minacciato anche dalle vicende dei congressi che non sempre si possono preve– dere. Ed allora s'invocano progetti contro le autonomie regionali, si fanno appelli alln disciplina par– lamentare, alla sis1emazione giuri– dica dei partiti, ma questo dramma delle nostre classi dirigenti non ci commuove anche quando si svolge contro l'invadenza dei partiti, per– chè se in Italia, con tanta inerzia di idee e di coscienze, c'è ancora uno sipraglio di libertà lo dobbia~ mo proprio a questa incapacità delle nostre classi dirigenti a sanare le lo– ro contraddizioni e a darsi un go• vemo forte e stabile. .A. MORONI

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