Volontà - anno XII - n.11 - novembre 1959

viene sempre più economico, frutto della miseria e risposta all'usurpa. zione e la chiusura dei pascoli., per pagare i quali i pastori non hanno troppo spesso che una sola via di scampo: l'abigeato, dal quale facil• mente si passa poi alla latitanza (senza beninteso dimenticare i lati• tanti innocenti) ed al banditi• smo (57). Che il fattore economico sia dive• nuto progressivamente determinante è confermato dal !atto che le nuove tariffe doganali italiane ebbero in Sardegna l'effetto di far passare le rapine da 92 (1887) a 222 (1894) e gli omicidi da 148 a 211. Così, la marchiatura del bestiame, concepita come mezzo per limitare l'abigeato, ha 011enu10, è vero, certi effetti po– sitivi, ma le rapine stradali, i se• questri di pers.ona cd i ricatti sono aumentati (58). Dal 1850 in poi la Sarclegna ha ba11uto il triste primato di dare al– la cronaca nera dei bnnditi di qua– lità: Tolu fino al 1880; i Serra-San– na, Pau e Virdis che obbligarono il goveruo a quella << Inchiesta sulle condizioni economiche della Sard'e– gna e sulla pubblica sicurezza » che ,•errà 1mbblicata - relatore il Pais– Scrra - nel 1896; elimiunti nel 1899 non chiusero però la luttuosa e cle• littnosa lista poichè, subito dopo, a1>parve il Lo Vicu, fino al l 901, Jloi i Succu cd i Corraine dal 1907 al 1917, Stocchino fino al 1927, Chi– ronì e Pi,~tore fino al 1933, Deya– na fino al 1938. Ed anche nella sem– plice statistica criminale il primato è purtroppo battuto. Su 11. 765 pro– cedimenti penali eseguiti in tutto il regno nel 1856, ben 7.413, pari ad ohre il 65%, riguardano la Sardegna che contava allora un ottavo della popolazione totale; dei 6.712 furti di bestiame commessi nell'insieme del territorio Nazionale dal 1891 al 1900, 3.694, oltre la met.1., appartengono all'antica Ichuusa (59). Il « forte » t·cgime fascista non po– teva non pensare di eliminare il ban– ditismo sardo con adeg1.iati rimedi di polizia, e nel 1926 Nuoro divenne il quartier generale delle operazioni contro <<. i disordini e le resi• s1enze delle popolazioni montagnar– de» (60). Quanta efficacia l'azione fascista abbia avuto (ccl il discorso può va– lere anche per la tanto strombaz– zata guerra alla mafia siciliana) sta a dimostrarlo l'attuale e non ancora sanata criminalità sarda. Nel 1952 l'allora ministro dell'In– terno Fanfani (61) concludeva il di– battito al Senato sul recrudescente banditi.sino di Sardegna affermando che - grazie al <e miglioramento dei servizi cli prevenzione e di repres– sione>> - si notava una nella dimi– nuzione di tutti i principali reati. Gli omicidi erano passati da 95 (1946) a 47 (1952), le rapine, rispet– t.ivamente, da 655 a 88, le estorsio– ni da 38 a 8, i sequestri di persona da 26 a 5; i furti, semplici ed ag• gravati, erano 5677. Il senatore Lussu (62) aveva però parlato cli ben 14.000 fnrti di bestiame per )'anno 1950. Il problema, anche se ~lqua1110 attenuato, rimane\'a dunque e rima• ne insoluto, e, all'inaugurazione, in Cagliari, clell'anno giudiziario 1955, il Procuratore Generale della Corte di Appello <l'ellaSardegna ha dovuto riconoscere che le clenuncie per reati contro la persona erano salite da 4865 a 6507 e le denunci.e per reati contro il patrimonio da 10.4 76 a 637

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