Volontà - anno XII - n.10 - ottobre 1959

L'incrocio e la sovrapposizione di queste quattro forme di s[rutlamento ha fatto scoppiare la ribellione; l'assurda medioevale follia di considerare - giuridicamente, cioè in forza di un semplice flat,u vocis - un pezzo d'Africa uguale e attaccato a una parte dell'Europa centrale, ha inventato il nazionalismo algerino. Soltanlo l'infinita stupiclità elci militari e dei fa. scisti francesi potevo, di nove milioni di miserabili, preoccu1>ati unicamen• te di mangiare, non bene come loro, ma almeno ogni giorno, una nazione di combattculi; invece di dargli subito un po' d'autouomiu vera e da man• giare come cristiani, hanno voluto insegnargli l'amore della patria. Bene, Phanno imparato anche troppo! Jmmaginiamoci 1 per avere un esempio italiano dell'assurdità della CO• sa, una situazione come la seguente: che ai nostri generali - che per aver perflo tante guerre, in tutti i punti cardinali, non sono da meno dei fran– cesi - venisse in mente di prendersela con i siciliani; perchè, ad esempio, vogliono sempre piì1 autonomia ( e fanno bene). P,u <1uanto i siciliani non siano simpatici a lutti, in Italia, questo non è una buona ragione per get• targH bombe a mano nelle case e ammazzargli moglie e bambini. Anche un teddy boy nuovaiorchcse comprenclel'ehbe la sproporzionata ferocia del rapporto. Il lavoro e il tempo libero. 17 Ecco la descrizione di una giornata al campo: s,,eglia alle 5; caffè lungo, in abbondanza, alle 5,30; lavoro daHe 6 alle 8,30; prima CO• luione con latte magro di scatola, pane, cioccolato, o marmellata, o frut– la; e un J>acchctto di venti Casa-Sport ( roba come le Nazionali); lavoro dalle 9 alle 11. Seconda colazione a mezzogiorno: buone minestre di ver• dura, o pastasciutte ben condite ma irriconoscibili (spaghetti e macche– roni ridotti a forme minime, assurde); ottime peperonate, eccellenti umi• di di melanzane, larghi catini d'insalata di pomodori e cipolle; carne ra• nmente e soltanlo di montone; uva nera dagli acini grandi e duri, la bue• eia spessa e i semi grossi; dolcissimi fichi del cuicl; cocomeri, lagliati a blocchetti, lievemenle profumati, buon surrogato dell'acqua, in quelle regioni; poponi pastosi e saporiti. Siesta quasi obbligatoria, per la stanchezza; rna tormentala dalle mo– sche, abilissime a penetrare nei più difficili recessi. Solo negli ultimi gior– ni 8\'Cvamo scoperto che nei dormitori, appena ultimati e tenuti sem1>re chim1i e bui, era bello gettare una coperta sull'impiantilo di cemento nuo– ''0 e riposare scmioudi e tranquilli nella loro frescura. Op1>ure corrispon• denza, nel refettorio deserto e silenzioso, dopo il giornale radio delle due; sino al ritorno dei compagni algerini, per il caffè delle tre e mezza. « Per• chè scrivete tanto?» ci chiedevano spesso, « cosa avete da dire di qui, che non succede mai niente?»: con un tono più invidioso che stupito, pili me– raviglialo che curioso; poichè quella attività, di noi civilisti europei, era 573

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