Volontà - anno XII - n.9 - settembre1959

Accettò la candidatura nelle Puglic, pu,· sapendo che c'era da rischiare la vi1a. per opporsi ai soprusi, alle violenze delle tamorre locali sostenute e proteue dalla polizia, dei •mazzieri» governalivi e per poter meglio denunciare la politica corrul• trice di Cioliui. (E' rimasto famoso il suo pamphlet, Il minislro dell(I molavi/a). Egli. partecipando alla vita poli1ica, intcmlcvn moralizzarla e si illudeva anche cli JlOtor far qualchecosa entrando in Parlamento. Invece, clo,·ette subito conslatare che a la ma!l!ima parte dei deputati non erano infor• mali delle cose 1111 cui erano chiamati 11 ,•otare... Le leggi che il Parlamento a1•· prova sono preparate dalla burocrazia CCII· I raie• ed e risapulo che • i minislri l)U– sano menlrc gli ahi funzionari del mini. stero re111ano•· Da <fUC!te esperienze ne U!ICÌ ronsolida– lo il suo redernlismo che aveva già incon• trnto in Cnwmeo la cui influenzu sul No. stro ru grande e cancellò le tracce murxi. ste che @i trovavano nel giovane studioso medie,,alisln. Fu, quindi, per In decentra– lizzazione del 1>otere, per l'autonomin dei comuni e l'aulo•go,,erno che rap1>resen1aw1 u una scuola di democrazia» e dopo 111110 era moho meno « dispendioso dell'accen• lramento burocratico». (I suoi scrini con– tro la burocrazia, contro il potere dei 1>re– fotti, e per l'autonomia comunale riman. gono freschi ed attuali). La dirittura morale che G. Salvemini a– veva moslroto come studioso obbligando– lo a lunghe e puienli ricerche di do• cumrnli e di falli prima cli dare una in• lerpretu:ione o una valutazione su certi avvenimen1i storici, egli l'avC\'a anche nel• la sua opera di politico. (Ad Albano nel 1910 ritirò improvvisamente la sua t"andi• damra perchè si accorse che stavano com• mencndo imbrogli a suo ravore, e del fat• 10 se ne dolse molto pcrchè mai avrebbe voluto che 11er lui, che ne aveva semJJrC dello il suo disgus10 morale, si commct• tessero delle pnslette). Egli voleva essere chiaro, nel pensiero e nell'azione: 11cr lui chiarezza era veramerue sinonimo di one- 1nà. Non ammeueva l'equivoco, il com• promesso, esigeva che uno fosse coerente con le premesse da l11i stesso enunciate; cd egli s1csso ne dava un esempio con la i,ua intransigenle logici1i1. Ques10 lo por– In-a ad essere an1irc1orico, a dire che di– sculcre sulle teorie conia 11oco; quello eh<' conta è la loro a11plicazionc 3i probh•mi concreti. Ed egli additava i problemi J)iÙ 11rg1·11ti e cercava di agitarli e di 1cncrli vivi nella l!oscienza cli molti. Il sufTr3gio uni,•enrnle: il Meridione; la Scuola che voleva laica. migliorata ma1erialme11te e nei programmi e con un corpo insegnanle meglio rctri• lwito ed in eondi:tioni morali migliori: il colonialismo, il pro1ezionismo, In pere– <ruai:ione 1ribu1aria, In rifomm clella buro, crazia, l'11utonomia dei comuni, furono 11111i problemi che 1cn11cro appassionala· mente impegnato il Nostro. Egli aveva !lpl!rato che il par1i10 socialisrn, 11 cui ave• ,·a 11deri10, da giovune 11vrcbbe fotto suoi quei prohlemi; invece 11011 appena si era ufTcrmato aveva i11co111i11ciuto il suo pro– resso involutivo. Il partilo ben ti acco,wo· tlava in un'Italia go,•crna1a da Ciolilli ! E la sua fraseologia maschcra,•a la sua poca Mmha11ività. (Tra parentesi prendiamo nota con pia• cere che E. Tagliacozzo, parlando della diffusione delle idee socialiste io halia, riconosce l'influsso d1e , i ba avuto Ba• kunin. « Fu, quindi, il socialismo anarchi– co 1,iuttosto che quello mnrx.isla nd esse• re sul principio 1ra1>ia11taloin llalin ed a gundnguare un certo numero di Regnaci di Mazzini e di Caribaldi -.). Uscilo dal partilo socialista, non si iscris– ,.e 1,iù a nessun J>Rrtilo. Nel 19)1 foudò a Firenze fUnitù che fu unn palestre di diversi, lutti scriuori di ,olore. che inco– minciarono a discutl!re sui vari problemi che stavano a cuore a Salvemini, con la t.-sanezza dello scienziato e del tecnico. Se la innuenza di quell'csperime1110 sugli uo– mini e gli avvenimenti dell'epoca, può ~embrarc minima A chi la misura con il metro del politico, tull'alrra ,,aJu1ozione se ne deve dare se si pensa eh,, fu rii esempio ad oltre esperienze del genrn· (quella di Rivolu.;iorwt LibcraLe) cd .iufltù su molti 539

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