Volontà - anno XII - n.9 - settembre1959

veva queste assennate considera– zioni: (( Dal fatto che la popolazione ten– de a crescere jn proporzione maggio– re del crescere delle sussistenze i maltusiani han derivato la conse– guenza, che la causa della miseria consiste nell'eccesso di popolazione. Di qui essi han tratto un'altra con– seguenza: che, per diminuire la mi– serja e magari per abolirla sia ba– stante limitare il numero delle na– scite. Nelle loro manifestazioni d'ottri– naric anche molti neomaltusiani se– guono la medesima tendenza. Ebbe– ne a noi pare che questa idea sia sba– gliata non solo, ma dannosa alla cau– sa del progresso umano, considera– to dal punto di vista di un sempre maggiore benessere per tutti, di quel progresso che consiste cioè nel vin– cere sempre pili la miseria, nel aimi– nuirla, nell'avvicinarsi alla sua to– tale scomparsa. La teoria neomalthusiana quasi in ogni suo punto così chiara e così inconfutabile, ha il suo tallone d'A– chille in questa pretesa di poter da sola, o prevalentemente, offrire i I rimedio alla miseria. Molti neomal– thusiani son giunti a questo proposi– to a formulare delle affermazioni non solo paradossali ma ridicole, che noi non ci sappiamo spiegare se non con la tendenza nei seguaci d'ogni dottrina 1 di credere in questa nel modo pili assoluto ed esclusivo. Non tutto il male sarà venuto per nuoce– re, però, se l'assolutismo e l'esclusi– vismo dei ncomalùmsiaui avrà ser– vito a scuotere l'indifferenza gene– rale e a rkhiamare sul problema della procreazione una più diligente ed attiva attenzione ». E ancora: « Ma a quanto pare, l'infatuazione che caratterizzò i primi dieci o quin– dici ano.i di propaganda neo-maltlm– siana va calmandosi; ed il neo-mal– thusianismo ritorna nei suoi giusti– limiti; nei limiti cioè di un movi– mento sussidiario di tutto il restante movimento sociale per la liberazio– ne degli uomini da tutte le schiavitù politiche e economiche, ed anche co– me elemento sussidiario, la propa– ganda neomalthusiana ha un valore limitato, in quanto, presupponendo per la sua applicazione una coscien– za relativamente formata cd evoluta, raggiunge e riesce a convincere un numero di persone sempre troppo ri– stretto in confronto alla maggioran– za degli uomini. E' del resto la sorte di tutte le propagande teoriche, - fino al giorno in cui i fatti non s'in– caricano di realizzare e correggere insieme le previsioni annunciate e l'opera cominciata dai dottrinari e dagli idealisti ». La propaganda neo-malthusiana è ritornata nei suoi giusti limiti d'a quando essa ha cessato di essere vo– <'C di un manipolo di pionieri. Ad attestare il nesso tra neomalthusiani– srno e socialismo è la reazione sta– tale-borghese che ovunque reprime la propaganda neomalthnsiana. Ed ora che nell'U.R.S.S. il problema deJla popolazione permane e si fa, anzi, minaccioso; ora che le mire imperialiste ed i bisogni di prestigio si mascherano di assolute necessità di espandersi per non esplodere; o– ra che nel Giappone il dramma de– mografico è grandioso sarebbe bene che gli anarchici studiassero un pò il problema della popolazione e lo meditassero al di fuori delle anguste visuali di taluni neomalthusiani e degli aprioristi preconcetti degli an– timalthusiani. C. BERNERI 519

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