Volontà - anno XII - n.3 - marzo1959

La politica che non si fa UN FATTO grave, più grave di lulto il putilerio che ha scon• ,·olio governo e partiti, s'è verifica– to in Italia in questi ultimi tempi; ii tratta deJla chiusura di numerosi stabilimenti appartenenti ai più di– versi rami di produzione ed alle più diverse dimensioni organizzati• ve: dalle piccole imprese all'indll• stria di Stato. E' un principio di franamento economico che ha desta• lo vivo aJJarme nei circoli dirigen– ti e nell'opinione pubblica e che pa-rlando in termini economici può chiamarsi « crisi » dell'industria, ma in termini umani si deve chiamare « tragedia >> dei prolecari perchè non v'è altro nome per definire lo stato di chi è privato col lavoro dei suoi mezzi di vita. La miseria e la disoc– cupazione, piaghe tradizionali della società italiana, anzichè essere atte– nuate dopo tante ,, riforme» e « pia. ni » e « investimenti produttivi» proclamati dai politicanti, presen– tano oggi un grave peggioramento. E da che cosa è provocata questa lo• ro improvvisa recrudescenza? Le sue eause dirette non sono che episodi del dispotismo capitalista e delle sue esigenze antisociali, triste capitolo che ancora non s'è chiuso nel gran libro dell'umanità; ma sono episo– di che è bene conoscere e denuncia– re. Se molti stabilimenti italiani han chiuso i battenti ed altri ancora continueranno a chiuderli e frotte numerose ,l'operai continueranno a naufragare nelle acque dilaganti del- la miseria, ciò è in diretta relazione con due operazioni di alta politica, l'una di carattere nazionale che s'è compiuta un pò alla chetichella, l'al– tra di carattere internazionale che è stata preannunciata invece con gran– de clamore, La prima è il compro– messo Cra industria di Stato e mono– poli privati, attuato sotto l'egida del governo Fanfani, che accomunando alle esigenze petrolHcrc dell'E.N.I. in politica estera cd interna alcuni grandi monopoli, specialmente quel– Jo de1Ia Fiat, ha sacrificato in cam– bio altri settori dell'industria di Sta• lo che davano ombra al monopoli– smo privato. E così si sono chiuse o ridotte alcune grandi aziende sta– rali con grave danno economico a in• tiere ciuà e regioni. E poichè il com– promesso di Fanfani si è trasformato col governo Segui in sconfitta della industria di Stato ed in trionfo del– J'industria privata e monopolista, è certo che la chiusura e i ridimensio– namenti delle aziende statali conti– nueranno nell'avvenire. A questa manovra occulta della politica na– zionale si aggiunge l'altra di grande pubblicità politica internazionale che va sotto la sigla del MEC. Sotto l'insegna di questa massima concentrazione del capitalismo euro• peo s'è invece verificato un crollo a catena di piccole e medie iadu~ strie impreparate a sostenere l'urto della nuova concorrenza; sintomo ancor pii1 preoccupante trattandosi del settore più esteso dell'industria 131

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