Volontà - anno XII - n.2 - febbraio 1959

.Sosteniamo Ja nostra stampa Ln nostra stampa è la !!>inn donale del nostro 1110,·imc1110:i giornali, le riviste sono il mcuo per \111il"(.:i, per conosccr<:i, per farci conoscere dagli allri. La mia voce, la tua ,•oce, In sua voce sono le voci dei singoli, rna quella della slampa C la voce tlcll'nnal"(.:hismo. l compngni, quindi, debbo– no tenere d'occhio sempre il rc11dicon10. li deficit 11011 do,'rcbbc figurare mai nelle no– Sire pubblic;u:ioni. sia per dare a chi ha re– sponsabilità della pubblicazione la sicu- rezza della continuilà ilei suo la,·oro, sra per non correre il rischio che la nostra voce ,·enga a mancare. Ogni comp11g110, quindi dc,,e forc il s110 · dover<:. Brooklyn. gcnnio 1959 Ringm:.iamo il compag,w F, M. per ,,ue#o .mo Ji11ccro appello, che e&prime Ùl quale modo 81i mwrcl,ici, debbono ,entire il loro r/overe. OCCUPAZIONE DI FABBRICHE Lo scio1>cro ilelle orficiue « Galileo ,1 di Firenze e s1a10 una delle più belle pro,•e di resistenza che ci siano state in halia in questi ultimi anni, Ed esso lrn rauo ricredere molti che 1>ensavano che la classe lavoratrice è indiffere111e e passi\'a. La classe liwo~ ralricc ha capito fi11almc111e che i suoi in1cressi non si difendono alla Camcr.a, nè nei Congrelllli dei vari 1>arti1i,ma sul posto del lavoro. Noo im1>or1a(dal lnto morale della lotta) che gli OJ)erai liorentini escono sconfitti o slrnppino solo una minima parie di quanto chiedc\•ano. Una causa è meglio perderla combancntlo 11it11tos10che perderla senza essersi impegnali nella loua. Il fa110 è noto. li grup110 dirigente delle officine «Galileo» di Firenze (un gru11110 importante che è composlo di 19 Socie1ì1azionarie, che negli uhimi dicei anni ha realiz– zato J>rofilli nelli 1>cr 1111 1otale ,li 27 milinrdi e 448 milioni), a,·cva deciso, per le soli. le rngioui di ridimc11sioname1110 i1zicndale, di licenziare. dapprima 994 operai e 11oi. in seguito ad in1cn·e111idall'alto, 4•14.E 1111cs1a minaccia seguivo il licenzi11men10di 1923 operai nel 1958. Non c'è bisogno di dire che cosa significano i Ucern:iu1ncnti per gente che vive giomo per giorno. Le maes1ranze dichiararono uno scio11cro generale il 18 no– vembre 11.s. per allirarc sulla si111azione 1ragicu che si Slll\'a creando tra di esse, l'atteu• llione della po11olazio11ce del governo. Essendo risulla10 inutile 1111es101c111ati\·O,gll operai decisero di occupare gli stabilimenli. E 11ucs1'a110di forza degli operai inco111rò la sim11atia e la solidariel:Ì (manifeslata con lo sciopero gcncrnlc del 12 gennnio, con il regolare approvvigionamento di viveri agli occupanti cd in tnnli ahri modi) di tulla la ci11.idinanza, Studenti, commercianti, 011erai, 1>rofossionis1i, il simlaco La Pira, furono tulli con gli 011er:ii deUa «Galileo» c. Jura111c le m:mifos1azioni, persino il vescovo, coadiutore mons. Elorit, scese nella strada 11crcercare che fossero evitate violenze imuili. La cinii solidarizMndo con gli opcrni della « Gnlileo ,i <lifendeva anche i suoi in• tereni, perd1è il compleu:o industriale fiorentino non solo dà da ,·ivere ni suoi 01>Crai. ma 11limcnta 1ante ahre piccole industrie, commerci, 1ras11orti cd un grande giro di affari. Purtroppo il 27 gennaio, con l'impiego di una grande fon.a di poli%in, gli OC<'U• p:mti della « G11lileo• dovellero uscire, e le trallati\·e, 1>erarrivare ad un concordato ,0110 ora in corso 11rcssoil Ministero, Ira i dirigenti sindacali e quelli 11:ulronnli. Non si 11uòessere moho ouimisti sui risultati cli quelle 1rnm11ive. So qualche van• 1aggio gli opcrni della Galileo onerr:mno, sarà in considerazione della forza tli resi• &lenza che essi hanno dimos1ra1a e della volontà che il popolo fiorentino ha fono sentire in tale occasione. La classe 1indronale, salvo rare eccezioni che confermano la regola, 110n fo mai nessuna concessione, se non vi è cos1ret1a dalla forza o dalla paura. 118

RkJQdWJsaXNoZXIy