Volontà - anno XII - n.2 - febbraio 1959

Non osumte la desolata immagine di questo <Jttadronon è vero che 110n ci si poua opporre: i soverni sono quello che so110; ma se nor1, si Vll a votare non si omolosa ( e si d1'.sapprovai11izilllmente, /011damentalmente) ogni loro azione; gli eserciti esistono, ma cont.ro di loro, c'è l'arma del– l'obiezio,w di coscienza: beuta dire di ,w, e tutti i ge,wraUssimi del globo possono crepare di mbbia, ma non obbligarci a sparare. Gli uomini so,w, per la massima parte, arrendevoli e troppo preocc11- pt1ti dal problema del lavoro e ciel mangiare: ciò no,1- ostante possiamo dire, t1ipochi clie conosciamo, il no.1trope11$iero: senza vergogm,rci clelle verità sen1.vlici,elementari, auto-evidenti. Che la gente sembra voler dimenticare. Quando il collega di lavoro o di viaggio si stupisce dellti. tua profes– sione di anarchismo ( o sorride con lieve aria di co,nptrtiment.o), 111-eravi– gliati anche t11, e rispondigli: «Come! E tu no? E lei no? Ma come mai, mi spieghi ... Non. riesco a com.prendere ..... Come mai non è ancora... Come, come ... violenti, tira-– bombe, criminali ,wi? Ma scusi, clii ci massacrai.O,,,. /1iroshi.ma, 150.000 per– sone in una frazione ,li secondo? Un anarchico, o un gruppetto di brari, ubbidienti cittadini, agli ordini di ww Stato? ». FRANCO ARACIA DISEDUCAZIONE Recen1emcnte il nuo,·.> P{lpa, <'he a c1uan10 pare ricC\C, dà udienze e fo discorsi - sia 1mre con minore austerità - quan10 11a11aPacelli, ha 11remia10 un migliaio di ragazzi, vi11ci1ori dei J)Nmi naziounli e diocesani del concorso c111echis1ico « V<"ritas», 1,romosso nelle scuole statali e negli istituti 11areggiati. I ragazzi erano acc:om1rng11Ati dai rispeui,·i 11residi e fomili:1;ri e lini 11rclati del Vic.irinto di Roma cou alla testa il card. Clemente Micara. La cerimonia si è s,·oha nella sala del Concistoro. Se il concorso « Veritas • fosse in uso nelle sole scuole dei preti, 11011ci sa– rebbe 11ie111eda obiellare perchè i bambini che vanno a quelle 1cuole è in seguito ad un allo lii libern scelta dei gcnilori (per <11rnntomohi sono obbligali ad andarci, perchè raa11ca110,a vohe, le 1Cuole statali). Ma nelle scuole statali c(I in <1uclle parcg– gi11te,m:mu:nutc anche c1ues1e ultime dallo S1a10 cioè da 1u110 il popolo irnli11no, ,0110 obbligati di andare tulli. Ora che in delle scuole sin in uso il concorso éatechistico « Veritas ,J non dovrebbe ripugnare ai soli laicisti 111aa tuui gli educatori clic hanno un11 concezione moderna dell'cclucnzione, cioè che tengono co1110degli ullimi ritrovati della p!icologia moderna e dei 11t10\·imetodi educati\,i. t'educazione lradizionale, con le promesse e le 111inaccc,con i 1>rc111i cd i caslighi (deri\•a1i dalla mornle cauolicn che pro– meue ai buoni il paradiso e ai tallivi l'inforno) si è di111ostr111:1 tlunnosissima :1ll0 a,·il11p1>0 morale ed intellettuale dei r:igani (ma si \'Cde che i .1>rcsitli1>rescn1ialla cerimonia 11011 lo sanno ancora). Ed è veramcnle ridicolo premiare dei bambini e con 111111 cerimonia gran• Jiosa, pcrchè dicono la ,·erilà, ffUOndo questa tloncbbc CMCrc il risuh1110 di un a11cg– giamc1110s11ontanco e quindi non mcri1e,•ole di nessun 11rcmio. Se 11011 lo è significa che i bambini si controllano. si domintrno, e f(ucs10 atto di llomiuio Ml se sle~i. proprio nell'ctù in cui 11111cr.101111li1à de,•e ,vilu11parsi liberamen1c, è mollo dannoso. lnohre si sa che i bambini dicono focilmc111e delle bugie che non sono bugie perchè si riforiscono ad un loro immaginario, in cui c.ui credono. cioè dicono bugie pcrchè hanno molla im– maginazione e fantasia. Ed è neeeS!ario che i bambini dicano le busie; ed i genitori e gli educatori intel\igcnli ranno 611111 di creden•i perchè sanno che solo allraverso la ma– ni(esuzionc sponlanea della per!Onalità del bambino po.uono csen:itare su di CS!0 la loro azione educativa. 67

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