Volontà - anno XII - n.1 - gennaio 1959

LETTERE DE I LETTORI Riconferma No, non siamo illusi. La,ciotelo dire chi chi può fare un bilancio d'11lmeno dodici lu– ~lri d'esperienza diret111. Pensiamo a quel ca– ro Condoreet che scrisse la sua fede nel progresso umano con la ghigliottina da– ,·1rn1i agli occhi. Noi (siamo giusti) abbi11- mo ,•isto qualchecosa. Abbiamo lasciato brandelli sanguinolenti lungo la strada: perchC non ci siamo contentali di star a veclerc. E an<:ora (senz'e.ssere mosche coc– chiere) continuiamo (per gusto) " dare umi mnno alle ruote, qturndo il carro è in .salih, e il motore s'incanta. Roma, 12-1-1959 E. 8. Ci 11iace01uire questa rubrica riel primo 111rn1Pro cli queJt'a11no delfo rivista co11 r111cMe ct1lde parole rii m1 ueccl,io con1bot- 1ente, che ci rico11/ermono che fo lotta. anche se è cliuemi,ulln e/i $confitte, vale le, pc110 ,li euere viu11ta. Società di domani Abitualo a vfrere in un deserto idcolo• gico. mi ha dato straordinario godimento l'oasi costituita da uno sdru<:ito esemplare della vos1ra «Volontà• scorto a caso in ·un'edicola della mia vecchia ed amatissimu Bologua. L'ho lclto tutto, stupefatto di un tono di serielà cosi persuasivo, che 111i penlonerete se non resisto alla tentazione di discorrere con voi. A qucslo mi dà lo t1pun- 10 11011 solo il problema insoluto della mùi ,mn.rchia, ma a11d1epili particolarmente un articolo a 6nna Giuseppe Delfino nell'esem– plare suddetto della ,·oslra rivisla (numero di agosto-settembre di quest'anno). UI So– cietà di Domani i,·i prospettata non ric.,co n non ,•ederla utopica per due motivi, elle forse sono due aspetti di uno stesso moti• ,·o. nu. il secondo che dirO, a mio vedere 54 pii, sottile e sarei per dire pii1 CS!enzial• 111c111c subdolo del primo. Questo primo è che si l)OSlulu l'oncslà di tutti e la buonu condotta <li lulli. Siccome l'autore stesso dcll"articolo animelle che è « lornaconlo d'ognuno ... rispeUare il prossimo, per evi– lare la vendetta •· ci si apre già in par• tcnza la pros~cltivn poco rosea di una SO• cietà che, llllzichè paradisiaca. coll'aboli– zione dello stato lli,·cuga malìosa. Come, (1uall(fo e lìuo a dm punlo si 1>olrà fare l"esperimento? 11 secondo motivo e, ripeto, pili sottile cd immanente: si tratta del • lavoro quale obbligo generale•· Clii dctennina In vali– ditU del lavoro singolo? Vi faccio un esem– pio concreto: io sono piuore e voi mi mcllctc nella vostra società di domani 1lice11domi: • La,,ora it. Sup1>011go a111• 111ct1ia1che io possa lavorare da 1>ittore. Allora, se disoncslo, io posso trnffare, ga• hcllanclo per arte delle frcgnaccc; se o• ncslo, corro il rischio che gli altri dichia• rino frcgn11cce ( e me paro.ssita) quelle che per mc souo cffctlivamente le 111icragioni cd il mio sc11so dell'esistenza. Clii e con c/ie criterio risoh:e il dubbio? Anche nell11 società dj oggi. rrnturnlmenle, l'artista può truffare, ma la situa1;ionc è nettamente di– \'ersa. in quanto nessuno pc11sa che lo Ili debba nutrire in ogni caso: se egli si nu– tre. lo fa col denaro (lalogli libcramenlc da cni acquis1a sue 01>cre(buone o cattive che 11ucsle appaiano a terzi), 1>erehè così gli convicuc, non per un quahia!i dovere sociale. Invcrsamcnle nnchc oggi, s'intcn• de, un arlisla puO essere misconosciuto. M11 ,1uesi"ultimo argomento porlerebbe troppo lontano: personalmente sono convinto chr la dirlìcoltà di farsi strada sia una eomli– zione praticamente indispensabile del Yli• lore del risultato dc611i1ivo. Adesso dircle: sllora la lua anarchia è 111111 ,·ana parola. Forse. Ma forse la mia

RkJQdWJsaXNoZXIy