Volontà - anno XII - n.1 - gennaio 1959

quadro politico ((tialche provviden• za sociale possa entrarci, che qual– che argine possa essere messo qua e là in difosa dei meno abbienti, se non altro per dar lustro nlla nuova esperienza, ma che tutto C[Uestopos– sa essere gabellato per un serio ri– riformismo o addirittura per una nuova ascesa prolerariu, non è possi– bile. Il prolelarialo non può ripren– dere un ruolo determinante ueUa vi– ta sociale se non è portatore di un nuovo principio di solidarietà uma– na e di un nuovo ordine, di cui an– che i vecchi l'iformisti alla Turali si facevano interpreti. ~cnza una uuova coscienza SIOJ.'Ì• ca, senza una nuova ,•erità sociale altamente proclamata, il proletariu- 10 finisce per frazionarsi sugli scogli degli egoismi borghesi cd adempie– re un ruolo subordinato ad essi; sa– rà l'appendice di interessi aziendali o il rimorchio di gruppi e consorle• rie capitaliste. lJ nuovo riformismo sta nascendo cieco, senza visioni av– veniristiche, e per di più condotlo per il braccio da una volonti1 di po– lenza pretinn che sa bene dove an– dnrc. ALnEHTO MoRoN1 LA SOPPRESSIONE DELL' IMPONIBILEDI MANODOPERA lleccntcmcnlc la Corle Costiluzionah:: ha dichiualo illegittimo 111legge clic rcgo, l:o·a l'imponibile della manodopera ncll'ugrieohura. La legge ris11le al 1947, al governo Dc Gasperi, ma essa non n,·e,·a fauo che codi6carc un' istiluzione cl1'esis1eva fìu dal 1919, <1unndo le leghe co111adine (per prime quelle di Cremona) ollennero dai pro• prietari di 1err:1 d1c :we,,ano dei snlaritlli fissi, di aMumcrc personale n,·,·cnlizio durnnle i lavori stagionali. Si era voluto in t}l1cl modo rimediare alla tlisoce11p11zio11che vi era nel brnccianlalo. l propric1ari di fondo 011cn11cro come contro1u1rtila dal governo, delle sonenzioni alla loro produ1.io11c, In dcfì11i1i,·11, chi pag1w11<p1ei salariali na il !)Opolo che 1•ag:wi\ più caro i generi alimenti\ri e chi ci perdev11 cru tulio il paese perehè i l)rcz;:i dei nos1ri 1•rodo11i agricoli erano i pii, d(',•ati sui 1uerca1i 111011diali, Con l'entrata deJl'ltalia 11el MEC divt;nla 11ece~11rio produrre al minor costo. Di <1ui i ridimcnsioname11ti di lulli i complessi industriali e I:. necessi1U, anche in agri– cohura, (dove per il procc.!!o tli meccaniua:r.ionc c't' senq>rc meuo bisogno di manodo– pera) di sopprimere 111manodopera 11011 s1rc11amc11te ncce.Maria, .Mu queslo 1Hato di cose 11011 è saltalo fuori oggi im1>rovvisn111c11tc: è in corso tlu anni e solo ((t1111Hlo il tumore è scoppinlo se ne è preso atto. E :,i ric-orre 11ilicenziamcnli delle officine, alla sop11rcssio11e dell'imponibile nelln manodopcrn, aggravando così le co11dizio11igiii disperate ili 1.11oltissimngente. Non si C mni rcrcalo in Italia, come nei paesi pii, ei,·ili !!i è follo. di realizzare la politica del pic110 impiego. Non si pensa che un capitale-lavoro non u1ili1,;:ato è un grande spreco tli riccl1cua per 1111 paese. L11situazio1ie in ltalin C ,,cramentc critica: tutte le industrie, ,lai Nord al Sutl st11nno licenzì:mdo operai (111 Culileo è attualmente occu1>al:1 tlall11 l!IUC maestranze per opporsi ai lice11zi1uuc11ti); gli statali chiedono, e giustamente, che i loro stipendi sia110 adeguali al coslo tltlla' vila e non c'è c111egorin di la,,oratori che 11011abbi11 da fare delle git1stc rivc11dicazioni, Se i politici ed i funzionari sindacali si occupassero mag– giormente di problemi concreti e sapeMero preseutare delle soluzioni serie, obblighercb• bero il go,·emo a tenere maggionncntc in conto le uecc!!itù ed i bisogni dei la,·oratori. Mo è più facile per essi lare grandi discorsi, cercare di « co11dizio11are• il governo, lHlr· lare di aperture a sinistra o II deslra e destreggiarsi nei giuochi politici. La saggezza di liii proverbio dice: e/ai fa da sè fa per tre. Possibile che i lavoratori non l'imparino mai? 12

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