Volontà - anno XI - n.12 - dicembre 1958

tà, la seconda vedendo negli intercs– s: del proletariato l'occasione storica della giustizia e della so1idariet3. u– mana. Ma la distinzione fra partito e idea ci riporta alla precedente di– stinzione fra potere e individuo: in– fatti il partito appartiene al potere e l'idea appartiene all'individuo, il partito agisce nello Staio e !"idea nelle coscienze. Quando dalla dina– mica sociale scaturisce l'idea - forza le coscienze si rianimano - e i vec– chi poteri si disintegrano. Natural– mente 111 conclusione dell'Onofri è opposta a quella ciel Meynaucl poi– chè non si tratta di esautorare i gruppi di pressione nel potere cen– trale dello Stato ma di incremcntar– ]i in modo che abbiano da assorbire e rappresentare tutti gli interessi so- Pare che vadano b&nis.,imo. Infatti: ciali. infatti la cri!:ii dello Staio, se– condo l'O. non consiste nel disordi– nato prevalere dei gruppi, bensì nella Joro insuHìcieuza o incapacità di accogliere tutte le forze vive della società. Quando vi sono categorie so– ciali che si sentono escluse dal si– stema delle rappresentanze, inco– mincia la crisj dello Stato. Moltipli– care quindi i centri di potere e crear– li O\"unque vi sia un agglomerato at• th·o. E in <1ueslo assunto si inserisce il proposito di « Tempi Moderni J) che è di trasformare in centri di po– tere gli agglomerati prùletari. Ma i problemi del lavoro non possono ri– solversi che con la solidarietà ope– rante che è disintegrazione del po• ALBERTO 1\foRONJ COSE D '1T ALIA l ~ Ad un 11apa <litta1ore ne è succeduto uno che lui le simpatie dl}i laicisti; ha latto rinascere le speranzf' ,li una chiara separnione tra potere spiri1uale e temporale per cui saranno eliminate (si spera) le interferenze dd Vaticano nello Stato italiano, o della parrocchia nella vita civile ecc. che avevano dato luogo a tiepide manifesta7,ioni anticleril':ali e ad una tiepida difesa dei valor,i ,lei laicismo. Per fortuna d1e un cattolico inrelligente, A. C. Jemolo, in un recente articolo su La Stampa ùi Torino (ci dispiace di non averlo sollo gli ocd1i e rii no11 1101cme citare le sagge parole) an·erte di non farsi illusioni su un « lihcralismo ,, di Giovanni XXIII, perchè essendo la C!ties11 una poteoz11 eminentemc11te :mlorilaria. non può as~o• 1utamente cambiare la polilka dei s\1oi predecessori. Di ciò ne sono c-on,1.nti tuni c:oloro che sono su 1,osizioni laic-istc per una 11rofonda avversione al dogmatismo, all'aulorità su cui si basa il granitico potere della Chiesa, anzichè per ragioni di comodo. 2 - Gli italiani si sono scoperti i111prov,·isamcntf' ricchi. La nostra liretta ha una copertura quasi completa in oro e dollari. La noslra moneta ha quasi la ste&!a solidi1à di quella degli S. U., del1'Jughilterra e della Svizzera. 11h la reailà italiana non è al• tretlanlo solida. I eomples.,i i11dus1riali licenziano gli operai: gli statali, i metallurgici, gli agricoltori, gli infermieri. i marittimi scioperano pcrcht; non sanno come fare ad arrivare alla fine del mese; la disoccupazione è sempre sui due milioni e la souoccu– pazione rimane sui cinque milioni: l'agricoltura è in crisi per cui le càmpagne e le montagne si s11opolano, rii lavoro diminuisce e la vita rincara.... Pare che la re– cessione superata in America non sia affatto superata da noi e che il 1959 sarà un anno nero per la nostra economia. Il che dice che non vi è nessun rapporto Ira stabilità monetaria e benessere del popolo: anzi. i due miliardi di dollari in riserva nelle banche si11:11ilìcanominori csponazioni, minori investimenti, minore produEione. Non c'è proprio di che rallegrarsi. 692

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