Volontà - anno XI - n.12 - dicembre 1958

vostok; e un impiegato passare dall'amministrazione di una cartiera in Carelia a quella di un sovcòs nel Kazakhstàn. Ola o senu la spinta l'invito o il beneplacito del partito (se non c'è già dentro); senu eccessive forma– lità; senza svantaggi economici - a pari1à di mansione - se non la perdita del premio per anzianità aziendale. l' aspetto delle cose Ma ritorniamo alla città: quella patina di vecchio sulle ca.!le e nelle cose, anche nuove (con l'e•·ccziorh' s1upenda di alcwie stazioni della me– tropolitana posi-staliniane, nonrhì· della sua lindezza e comodità); quel senso di sporco (che non corrisponde a un contenuto) trasandato f" sorpas- 111ato;<1uel cattivo gusto presente quasi ovunque, dai palazzi più alti agli oggelli pil, minuti ai servizi d'uso quotidiano; qucJl'impressioue di non– curanza del ,·onsumatore che si 1wrcepisce dappertutto (solo l'ampiezza delle strade e la frequenza d'ei parchi riescono a dissiparlo) - debbono pure avere una radice comune, una logica coesione. Qual es:10 sia, non ho polulo comprendere: <:erto qunlcosn prf'esisteva, poichè se il regime sovie– tico avesse inventato tutto <'iò avrebbe compiuto davvero un'opera sovrn– mann: cerio molto discende da quell'incapacità costante nella classe ope– raria a creare da sola, per sè (per i padroni lo fa) un ambienle comodo or– dinato, lucente. Guardate nella sede di un 1rnrtito di sinistra. di un'associazione cultu– rale o ricreativa Operaia, di una 1•amera del lavoro: gli ambienti e gli og– getti sono trascurati e dimessi; manca tm chiodo, cade una (·aria geogra– fica; un cassetto non si chiude, un vetro è sostituito da un tartone; il boco nel muro non è ancora staio riem1>i10 (eppure nove su dicci ii,t·ritti a quel– l'associazione, creano o riparano quotidianamente, per mes1ier<', quelle stesse cose). Osservate l'abitazione, anche di una sola staoza, di una fa. miglia operaia, o di una giovane coppia di paese [o ascol1ntenc i i;,ogni]: c'è l'armoire, il comò, la pettiniera, il buffet, magari la console, In ri– produzione di on quadro c'è una vera fotografia, dei ninnoli. <'<'<'.: lutti gli og~eui sono pieni di curve e contorsioni: tutto ciò che la bor~hc_._.ia attiva ha lasciato indietro, perchè s'è accorta ch'era brullo e 61<'omodo. rf'– s1a lì, conservato stimato amato dal popolo. Prf"mlet(' l'imma!!ine 1>sicolo~if'11 di questi due c~cmpi. non ,:!li O~j!;el– ti in eè, nè le sinj!::ole deficien1.:e (<"itnte f!.olo per il loro inlimo di'!valore: semmai mi,;chiatele in una media uniforme), dilatatela su qua11rornila città e avrete un'idea dell'Unione Sovietica. Nell'URSS sono difCme - per con– elud'ere la pittura di un ricordo so[!:gettivo, di natura prevalentemente este. tica - una bruttezza neutra allo stato puro, un'opacità di fotografia sfo– cata, nna deformità infantile che riflettono la mancanza, non la presenza di qualcosa; che tllttavia non si possono disprezzare: cui t"Ì si ubitua presto 669

RkJQdWJsaXNoZXIy