Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958

Naturalmente il terreno su cui si pongono presenta gravi insidie por– landoli il pili delle volte nel ma– chiaveJlismo, nella fredda astuzia politica e nel cieco praticismo, ma coloro che in queste insidie non ca– dono possono accorgersi che il terre– no su cui agiscono è fecondo perchè la verità è contenuta anche nei pro– blemi e nei fatti empirici e se certe situazioni sociali e politiche, anche parlicoJari, sono attentamente stu– diate, senza pregiudizi, in rapporto al bene collettivo, possono erompe– re da esse soluzioni nuove che man– dano in frantumi la crosta del con– formismo. Alla reazione dottrinaria appar– tengono specialmente i gruppi che Si sono staccati e si staccano dal Par– tito Comunista iu nome di principi ideologici da esso traditi; perchè questi principi traditi son tutti ri– feribili alla lotta di classe, coloro che la rivendicano contro il partito CO· munista dovrebbero essere degli agi– tatori che rispondono con le batta• glie operaie all'opportunismo dei dirigenti. Ma il classismo di questi dissenzienti rimane sul piano teori– co e si risolve nella costituzione di gruppetti politici con forte vocazio– ne al partito-guida. Le insidie cli <1ue• sto terreno sono ]a rissa ideologica, le dispute bizantine e l'intolleranza. dogmatica. Tuttavia ]a coereoza ai principi e il ripudio dell'equivoco che han dato vita a questi gruppi è un impulso sano e coloro che si sai• vano da quelle sabbie mobili posso– no trovare un terreno fecondo e lo trovano in due direzioni: nella lolla di classe, non solo come affermazio• ne teorica ma come realtà, suscitan– dola nei fatti, facendo scaturire dai problemi del lavoro scintille di ri– volta proletaria; accendere gli ani– mi alle battaglie sociali, ridare J'i– niziativa alle masse ora inerti ed ag• giogaie. Oppure nello studio e nella libera ricerca del pensiero che di. stolga lo spirito errante dal labirin• lo dei dogmi e lo sospinga verso una nuova coscienza storica. Il pensiero non ha dogmi nè testi sacri, non ha fili spinati, il pensiero è anarchico e dai suoi concetti universali di vi– ta che rischiarano i fatti nascono i grandi animatori e suscitatori di ci– viltà. ALBERTO MORONI NEL 1960 NON VI SARA' L'APOCALISSE Questo ce lo assicura il direllore di un rolocalco (Oggi, Il settembre), rispondendo a due quindicenni che avevano leno la « stnma » e « paurosa notizia che il U luglio del 1960 avverrà un totale sterminio dell'umanità. Il direttore consiglia alle ragazze di non pensarci, di divertirsi ». Il tl4 luglio del 1960 farà probabilmente caldo, la Francia, quc– st-0 è ceri-O, festeggerà l'anniversario della presa della Bastiglia. Se un rotocalco di quel genere avesse deuo che l'apocalisse poteva anche accadere il 14 luglio scorso e che è sempre JJossibile, si sarebbe reso impopolare ai suoi lettori che desiderano solo ammirare le fotografie degli ar1is1i cinematografici, seguirne j successi, entusiasmarsi alle vittorie sportive, conoscere nei dettagli gli amori ed i ma– trimoni dello «coppie» del giorno, ecc. La gente chiede di « non pensare» ed è ben servila perehè 111110 è organizzato nella nostra vila sociale a tale scopo: enalo'tti, spettacoli telcvisi, fumeuì, cinema, sport, ecc. Persino l'affare Giuffré è slnto visto da molti semplicemente come un episodio mollo diver1eo1e. 558

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