Volontà - anno XI - n.10 - ottobre1958

erano vissuLi secondo un costume di vita del tutto di,,erso. E, se sooo ve– re t·erle deduzioni della scienza,· ~se– condo cui l'uomo per centinaia di migliaia d'anni, camminò con gli ar– lÌ anteriori poggiati al suolo, quando compì la mirabile rivoluzione di reggersi sulla colonna vertebrale, {u ,-erto accusato da quelli che si allar– d'avano nella vecchia posizione, di artificio contro natura, ammesso che <'ostoro avessero razio<'inio e abba– stanza forza riflessiva. Lo stesso pos– siamo dire sia avvenuto quando gli uomini (eccro uso di cibi cotti e lo stf'sso quando selezionarono i semi e gli alberi da frutta; lo stesso dovette accadere quando, sentendosi male, cominciarono a sperimentare le pri– me medicine, molte delle quali, an– zichè ~uarirli, dovettero condur[i al– la morte, o p~r lo meno procurar loro disordini di varia entità. Ma queste non sono che supposte posi;ibilità: se siano state vere poco importa: quello che ci i111eressa è che l'attuale accusa, moi,sa contro lo attuale uomo della macchina, che las<'ia preo("Cupati per la sorte di quello fotnro, può, per rigore di lo– gi(·a, csi,ere trasferito ai vari gradini di progresso superati lungo il corso de.Ila sloria umana. Nel qual caso dobbiamo ritenerle infondate e [af. !-e, come l'accu,;a attuale; se invece le accust' non ci furono, ci è lcgit• timo concludere che gli uomini che ci hanno preceduto sono stati meno tendenziosi e meno semplicioni de– gli attuali; e nella loro ignoranza r sempli<·ità, pili di noi si sono acco– stati al vero (' hanno saputo viverlo. Tn conclusione: è erratissimo af– fermar,• che l'uomo e la natura sia– no 1·111i1Z1 diverse e spesso in con- trnsto l'uno con l'altra. Ciò che noi chiamiamo natura non è, io defi– nitiva, che ogni manifostazione di vita, in essa compresa la vita fisica ed inorganica. E tali manifestazìoni sono dovute ad alcune energie le quali, sintetizzandosi, ci danno la molteplicità delle cose. A i,econda delle posizioni che queste assumo– no (isomeria) e della quantità di energia, in forma di sintesi minori, ( isotopia) che si mette in gioto ne deriva la diversificazione e la indi– vidualizzazione d'ogni cosa fino al– l'uomo. Tali energie sono le lettere fondamentali dell'alfabeto della vi– ta universale; più a fondo di esse ci !<I<, l'assenza della vita, il nulla sen– za spazio e senza tempo. Natura ed uomo sono pertanto inscindibili; vo– lontà, intelligenza, azione e pro– gresso d'ell'uno appartengono con– temporaneamente anche all'altra; cceità, errori, guerre, cataclismi, esperienze ed abitudini sono sostan• zialmente in entrambi formalmente iu di,•er!<o modo manifestati. IT vo• lontarismo, il meccanicismo, e la i:s:variata gamma di capacità che si riscontrano negli uomini e nelle CO• se vanno studiate nella interpreta– zione delle energie le qual i, come po<"'anzi abbiamo detto, sono le let– tere con la cni infinita combinazio– llf" si fonde, si evolve e si dissolve tutta la vita cosmica nel suo eterno procedere. Ne consegue che non so– lo è un errore fare distinzione tra uomo e natura, ma tale errore di– \'("nta pili marchiano quando poi si va parlando, sparlando e speculando rmlle parole spirito e materia (na– tura), concetti vuoti e vecchi. dai quali deriva contusione e dai quali esce in'ferma ed inficiata la cultura. SALVATORE Bosco 529

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