Volontà - anno XI - n.8-9 - agosto-settembre 1958

Da essa traggo alcune parole con– clusive: 11: Se avesse avuto luogo un'elezio– ne mondiale elci primo Presidente di. un Monclo Unito prima del 30-1-1948, Gandhi avrebbe avuto una netta maggioranza sugli altri due ctmd-idati: Stalin e Churchill. L'i– ninterrotta tradizione del primato dell'uomo bianco fo spezzata In pri– ma volta nella storia, quando un pic– colo uomo bruno divenne leader delle varie razze umane. Rara la sua semplicità di pensiero e di pa– rola in un mondo in cui domina la sofistica e il barocco; strani i euoi silenzi rituali in una generazione di &triJloni, e il euo digiuno rituale in una soeie1i'1 di Cnmelici e di gozzovi– gliatori; il filarino in mezzo al fra– stuono d'elle macchine; la 1>reghiera nell'era dell'arroganza, la cintura ai lombi. Impassibile avanti al carcere e<l alla minaccia di morte, egfi fu superiore anche alle derisioni. Que– !-to proleta disarmato conquistò la liberazione dell'India; il diritto di• venne con lui possanza; la mitezza 1>ossedette la terra. La sua Nazione e l'Umanità Univer.sale Cnrono per lui un solo amore. Tra la sun pro– pria morte e il (ralricidio nel su<> J)aesc egli scelse r< la via migliore >>. Chiunque meriterà di divenire Pre– sidente Mondiale sarà I' ercd'c di Gandhi il 1\faha1ma, cioè I' Angu– sto». 1\fa di questo Mahatma, presun– to successore di Gandhi nella de– signazione alla Presidenza Mondia– . le, non si scorge oggi ancora la figu– ra Angusta, e neppure queHa di una Unità Mondiale. Ed é con la triste constatazione che solo nello SJ>Ìri10 di Gandhi la paurosa crisi presente potrebbe essere affrontata; ma che 470 non appare nncora sull' orizzonte l'uomo o la nazione che lo incarni a pieno, che sembra, purtropJ)o, si debba riassumere la risposta a113 lc– gitt.ima d'omanda, che potrebbe por– si a conclusione di questa evocazio– ne di Gandhi e della sua opera: « Che cosa é rimasto della idea, del– la religione, dell' etica politica di Gandhi?» Tale era stata già In risposta emer– sa, a conclusione del seminario Can– dhiano di Nova Dchli sul « contri– buto della concezione e della tecni– ca d'i Gandhi alla distensione intcr• nazionale », organizzato nel 1953 dall'U.N.E.S.C.O., con la voce del dott. Rajendra Prasad·, tuttora Pre– sidente della Repubblica Indiana, e già Vice-Presidente dcJla Internazio– nale dei Rcsisten1i alla Guerra (O– biettori di Coscienza): « La profes– sione della non violenza nei tnJ)por– ti fra nazioni, ma con la riserva: (< eccetto per legit1ima difesa », non ha senso: ogni guerra nella storia è stata sempre difensiva. A meno che d'unque qualche Nnzionc, armata so– lo di fede e di coraggio, si faccia avnnti con un programma radicale di « nessuna guerra, in qualsiasi cir– costanza, nè difensiva nè offènsiva; e nessun armamento, di qualsiasi ~enerc », la battaglia per la non vio– lenza continuerà, ma senza con~e- 1,Wirc In vittoria fìunle... Qualche Nazione deve trovare il coraggio di Carlo: benché ... io non sappia quale sarà questa razione pioniera. Evi– dentemente - termi.nò con la voce velata di maschia emozione -- noi non siamo preparali a tanto, benché noi pretendiamo di essere gli eredi degli insegnamenti di Gandfii ». Purtroppo le nazioni oggi. hanno

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