Volontà - anno XI - n.8-9 - agosto-settembre 1958

tale grandeua, ~i, egli ebbe coscicn• za: non della sua propria. 'esstm vestigio in lui delln reto• ricn ciarlatanesca dei tribuni dema• goghi; non l'ombra della posn e de• gli auegginmenti spnvnldi dei picco. li uomini che vogliono recitare la parte dei grandi uomini. Oelln ~un opern di riformatore egli scri\'evn: 1.: Non trovo in essa che' il mio amo– re per il 1>opolo 1 che n sua volta nou è che l'espressione di un'incrolla. bile fede nell'Ahimsn •· E altrove: « 'on si può penetrare In verità pri• rnn d'essersi messi nl posto della pii, umile creatura, e di aver ridollo a zero l'io che ci anima ». Le sue riforme sociali cominciaro– no sc1111n·edall'individuo. A ogni uomo e a ogni donnu C'gli foce scn– tire che ciò che aveva 111 suprema im• portanza era lui o lei: che lu re• sponsabili1ì, di tulio cm loro; e d,e dovevano es$.i, non altri, trasforma• re la società. Se In missione di Gandhi fu, co. mc <1uella di Mazzini, rivolla spe• einlmcnte nl suo po1>olo; questo non gl'impedi In stessa lucida visione del Profotn Genovese, dello solidorietà e interdi1>endcnza del bene di ogni (>opolo con c1uello di tu1ti, nè In sensibilità alle risounnze dolorose della sun politica nazionale sulle altre nazioni. E' per questo che con In « Sode1à degli Amici •• con • l'lnternaziona• le dei Resistenti alla Guerra • e con quelln per In« Conciliazione dei Po– poli. », Gandhi ru sempre in inlimi rapporti di collnbornzionc, come con i movimenti fodernlisti in1crnazio• uali, dni <Junlisi riprome11evu In 1rn• cc sulla terra nel rispetto di tulle le autonomie e di tulle le libertà. 466 Si domanda spesso: A che religione apparteneva Can. dhi? Ecco una questione che per lui non aveva importanza, nè c1uasiscn• so. «. La religione non è c1ualche cosa che esista fuori di noi»: egli ha scritto; a:: essn è sempre intenta a noi, sia che ne abbiamo coscicnzn, o no i e deve cvolveNi dal nostro in• terno: e ad essn dobbiamo di rng• giungere successi di valore permn– ncnte ». Della sintesi vivente del• l'universo egli conoseeva solo la sua rivelazione umann: ora, 41. Se non ami il prossimo che pur vedi, come amerai Dio che non vedi?» Questo crn anche il suo V n.ngelo e il suo de• enlogo. E' per questo che « Gandhi non amavn le eouvcrsioni », Jrn scrit• lo di lui un cnuolico (citato da E. Pri"nt). o: Pnssnre da una religio– ne all' nitra gli pareva poco serio. Ciò che chiedevu ern che ogmwo s,•iluppasse in sé l' elcrnento c.he uuisee tulle le creature. Tome, luogo, forma, poco importano: è la vita che si dedica al servizio di lulli, ciò che conta ». Perciò: 41. Che l'lndi'1 sin un buon lndù, il MUsulmano un buon Musul– mano, il Pnrsistu m.1 buon Pnni:istu, il Cristiano un buon Cristiano»: « Tutte le religioni sono vere: in tutte c'è qualche errore. Tutte le re• ligioni mi sono tante care, <1uasi, quanto il mio Induismo; e la mio vcnera2ione per esse è la stessa che quella per la mia religione ». Mn: t< Perché dovrei io cambiare In mia religione, quando trovo uelln Bhagn• ,,ad-Gita tutto ciò clic trovo nel Di– scorso del Monte »? Gandhi prediligeva e spesso into• nava nelle pubbliche preghiere, In invocazione alla Luce lutcriorc della Cosciema, composta da Henry Tew-

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