Volontà - anno XI - n.8-9 - agosto-settembre 1958

AGLI ADORATORIDELLA SCIENZA UN ANARCHICO che si « pro- slcrna •: ceco quello che di tanto in tanto si vede. E' vero che ciò accade dannti a qualche entità impersonale, ma non è tanlo l'og– getto dell'adorazione senile che ha molla imporlam:a, quanto il gc.!!!llo. Mentre è eimpatico l'omaggio fallo cli ammirazione verso la perfetione nella diversità, che è l'attcgginrnen– to ellenico davanli alle bellezze del– la natura e dell'espressione umana, 1>ersonaliuati negli dei del pagane– simo (Così poco tirannici), ripugna, invece, la prostrazione orientale da– vanli al dispotismo sono tulle le sue forme monistechc o monoteisteche. • L'anarchismo non ha vergogna di prostrarsi davanti alla Scienza». Ricordo di ner leu~ <ruesta (rase mohi anni fa in un numero di Tier– ro y Ubertad (Messico, 15-9-53). E l'aulorc così continuava: «Quc1Ho e• dilicio sistematico di verità dimo– strale che l'uomo' domina, o,:rgi, lo mellc al di sopra di tulli gli Dei .... Se o~gi In Religione è in regresso. non è di sua iniziativa, ma per in– cn1>aciti1e perchè Religione e S('icn– za sono incompatibili ». 1 Duplice ,·crtigine della potcnu e del scrviliamol L'uomo si prostcrn• di rronte alla Scicnu cd cscrcit• 111 di casa e per mcuo di cas• un dominio inc=on1rut1to ! Non ••rcbbe molto piì1 uggio dirfid1re del– l'idolo e dei 1uoi preti? lo sono convinto che l'at1eggia– men10 reli&ioso e l'nlleggiatnento scientifico davanti allo slesso feno– meno, siano incompalibili - ma ciò è uo'ahra COH. Davanti a questo fe– nomeno, l'atlcggiamcnto scientifico è quclJo dell'indagatore: umile pcrchè dubita; paziente 1>crchè non vuole trascurare nessun Cat10 e ,•uol rico• minciare cento volte 111 stessa incln– gine. Colui che si inorgoglisce di con<1uiste deliniti,·e, colui che im– magina di avere « esaurito •• « risol– to », « definilo • il quesito, anche il più semplice in apparenza, colui che si dice uno e scienziato » è in realtà un credente dogmalico. un a-priori. sta, che si fa profeta, prele o papa d'una religione, d'una scienza, ma che, nello .spirito di certezza che prc• tende di a,•ere o che si dì,, non ha niente dell'atteggiamento scientifico. Ma, in fondo, che cos'è la Scien– .:a, di cui .si parla come d'un insie• me compallo di leggi riconosciu1e? Le conoscenze umane sono ben lungi dal formare quell'« edificio si– stematico di vcritìt dimostrate » che costituisce il trono dello scienziati;,. C'è un limite, ci sono chiare enun– ciazioni univoche, categoriche e lo– gicamente concatenate; ma non so– no che l'espressione o la conseguen– za di convenzioni, di definizioni ar– bitrarie ed astraue - tanto più as– solute in quanto che sono senza con- 455

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