Volontà - anno XI - n.8-9 - agosto-settembre 1958

PECORE E PASCOLI DI SARUEGNA MALGRADO il mare che nei tem- pi più remoti, quando la navi– gazione era ancora primitiva e per– ciò a corto raggio, ha certamente costituito un ostacolo, la Sardegna ha conosciuto i suoi primi abitanti già nell'età del bronzo, cioè circa 3.000 anni avanti l'ern volgare. La civiltà nuragica aveva abban– donata la fase della caccia e quella d'ella raccolta dei frulli spontanei, come mezzo di sostentamento, ed era arrivata ad una economia armo– nicamente agricolo-pastorale. L'ani– male domestico pili importante, se– guendo la regola generale valida per tutti i popoli dell'au1ichità, (u la, pecora. I resti scheletriti di ovini rinve– nuti, panicolarmente in Boemia e nella Francia mcrid ionalc. insieme a residui archeologici di abitazioni, sono vecchi di almeno 6.000 anni a.C. e comprovano l'antichità del– l'allevamenLo domestico d'ella peco– ra. Già nel periodo lacustre o delle palafitte si conosceva l'uso del for– maggio nell'alimentazione; del re– sto, la civihà indo-enropen ha tro– vato il suo vero slancio in avanti solo ' qnauclo si cominciò a bere il latt<:, 1H·odo110dall'animale domesticato. L'antenato presunto clella pecora è l'antilope ed il suo paese di origi– ne l'Asia. La pecora allo stato sel– vaggio è un animale delle montagne e la su.t d'omesticazione h.t forte• 448 mente contribuito alla diminuzione della su.t intelligenza e del suo co– raggio. Attualmente la pecora non è più che un « pseuclo oves-» ossia una mezza pecora; solo il muflone (<< o– vis musimon »), che è ancora abba– stanza numeroso in Sarclegua, pu9 essere consiclcrato oggi come la vera pecora primitiva allo s1n10 :-;elvag– gio. Nel periodo nuragico l'allevameu– ·10 ovino - il cui scopo principale era come altrove la produzione di latte (il burro è stato sempre pro– dollo in quantità iusigni6cante io Sardegna) - comprendeva varietà primitive simili al muflone attuale e altre varietÌl scadenti, del gruppo (< ovis tragelaplms », alcune delle quali naturalmente incrociate con la capra, provenienti dall'Africa del Nord che conta ancor'oggi quattro di queste razze. Può interessare pure il fatto che il Manno fa risalire l'origine dei nuraghi - da lui a torto considera– ti come dei sepolcri - al desiderio di tramandare stabilmente ai poste– ri i nomi degli antenati, combinato– si all'abhondrmza d'elle pietre spar– se clelle q11ali i pastori sgomberava• uo le praterie. Il Manno mette però un pò lroppo l'accento sulla vita er– rante delle popolazioni nuragiche, in realtà meno nomadi di quello che si potrebbe pensare. Con l'arrivo dei greci, i quali fa.

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