Volontà - anno XI - n.7 - luglio 1958

della inevitabilità di un conflitto ar– mato fra lndia e Pakistau. una di– chiarazione che terminova con le pa– role: <e L'India sa e tulio il mondo do– vrebbe sapere, d1e ogni oncia della mia energia è stata ed è rivolta ad evitare conflitti fratricidi e la guerrn civile: come si addice a chi ha fotto dell:1 uon violenza la sua professione fondament.1le, dalla quale spera di non mai deviare fino all'ultimo re- spiro)). E quasi presago, soggiunge\'a: <e Quanlo a me, io faccio parie per me stesso: non c'è più posto per me, cultore del Dio della verità e della non-violenza, in un ordinamento na– zionale che esiga un'armata, una Rolla e una aviazione militare e ttlt· lo il resto. Io scindo nettamente la mia responsabilità e preferisco dive– nire un sorpassato >>. <e Gli anni di vita di una persona non hanno alcuna importanza: men– tre anche un giorno solo speso al [edele servizio dell'Umaniti1 ha una importanza suprema e unica >). Egli snpeva ('he io ogni suo segua– ce, iu ogni uomo che si sfor.r.asse di tendere pili in idio e di sollevare con sé i suoi rra1elli, egli sopravvivereb– be per la mediazione dell'Universo intero, in cui tutti gli esseri vivono. Epperciò, pur intuendo il pericolo che gli sovrastava, egli rinwse sereno sulla breccia. come colui che, vivo o morto, sa1>eva di avere con sé per alleata 1u11a la vita, tutte le forze dcli' evoluzione: come esse imperi– turo e invincibile. E prima di morire tracciava il pia– uo di ml Congresso moodi.11le paci– fista, da tenersi in India per appren– dere la tecnica della resistenza non– violenta con le sole armi spirituali e morali. G. P1ou (continua) IN VISTA DELLE PROSSIME LEZIONI Precisazioni derivanti dal comunicalo della conferenza Episcopale l) Chi SCIE~TEMENTE e LIBERAMENTE, h:1 ,,01a10; n) per i 1>ar1i1isoc-ialis1a e comunis1a ai se11io!-i del Dtr:reto rlel S. Urfìzio, ha commesso peccato grm:c con1ro la Fede Cauolir:a. b) per i p:1r1i1i che hanno comba11u10 la Chiesa. le ;me isliluzioni. le sue ,•e,.. ri1à, :ti sensi del Oirìno Canonico, ha r:ommcsso pecC11tograve <"OniroJa Fede Cauolir:a. 2) Chi, SCIENTEMENTE e LIBERAMENTE, ha agito t'o11tro le disposizioni della Conferenza E11iscopale Jt:aliana, ha commesso pecc,ito grave ,li di.,;obbedienza ai Legit• limi Pastori s1abili1i dA Gesù Cris10 nella sua Chiesa. 3 PER UNA VALIDA ASSOLUZIONE dei pet't:ati predeui è ne('essario accusar– sene in Confessione, anche se non si e i111erroga1i.esserne 1>entiti e proporre di 11011 ricadere più nella s1essa colpa che è gra\'C J)er l'offesa :t Dio e per le responsabili1à e le cou;;eguenze che comporla nei co11fro111idellB Religione. Co11 approvazio11e ecclesiastica (Qul'sto tlac11mento r:he L'E.•prf'.~Sodel 15 giugno 1958 riproduceVfl /olograficamente, n<m /,a bisogna di ne~s1m commenlo). 389

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