Volontà - anno XI - n.7 - luglio 1958
compreso quello di tutti gli uomini politici J>iÙ eminenti, funzionari, ex ministri; mentre Gandhi intensifi– cava la sua propaganda per mezzo delJa s1ampa. « Non c'è salvezza dal– l'incombente catastrofe», egli scri– veva, l< eccetto per mezzo di un'au– dace .incondizionata accettazione del metodo della non-violenza. La de– mocrazia e la non-violenza non van– no d,accordo. Gli Stati che oggi so– no nomiualmente democratici o di– verranno francamente totalitari, o, se debbono divenire veramente de– mocrn1ici, debbono divenire corag– giosamente non-violenti ». Nel marzo 1942, durnnle la guer– ra, il Plenipolenziario inglese Sir Stafford Cripps era inviato in India, per effenuare l'unione di tutto il paese e la collobora:.ione allo s/or– :o bellico dcli' Inghiterra. Egli era lalore di una rinnovata proposta del go,•erno inglese di creare nell'im– mediato dopo-guerra twa unione in– diana iu regi me di << Dominio » au- 10110010. Gandhi e il Congresso degli Indù risposero con un invito pcreulorio al governo inglese di lasciare innne– diatamcnte l'India, accordandole su– bito la piena indipendenza: sarebbe .stata questa la miglior garanzia del– la sincerilà degli scopi di liberazio– ne dei popoli, proclamati dagli Al– leati. E poichè il Governo inglese dichiarò non essere quello il mo– mento, con i Giapponesi alle porte dell'India, per l'effettuazione dell'e– vacuazione del paese, il Congresso, con lo stesso Gandhi suo Presiden– te ( il <1uale, pure, aveva recente– mente pronunziato, secondo che ri– ferirono i giornali inglesi, le signi– ficative parole: « Che gioverebbe al- l'India conquistare la sua indipen– denza, se l'Inghilterra e la Francia dovessero pe.rire ))?) il 7 Agosto 1942 proclamò l'aperta ribeHione nella Conna del« Satyagraha »: non– collaborazione radicale, disubbidien– za civile, disorganizzazione della vi– ta civile, distruzione dei :m,ezzidi co– nmnicazioue, telegrafi, telefoni, ccc., sempre dentro i limiti della non-vio– lenza alle persone. « O riusciremo a liberare Plndia, o moriremo in que– sto tentativo )>, Finora Gandhi aveva adoaato la non collaborazione civile e la resi– slenza non violenta per combattere contro un avversario interno: ades– so dovette applicarla anche alla di– fesa contro i nemici esterni: giacchè il Giappone era alle porte. Gandhi invitò tutta la nazione a rimanere calma in faccia al pericolo inunioen– tc. Quelli che non erano disposti a correre rischi dovevano lasciare tranquillamente la ciuà senza una Cuga folle. I resistenti alla guel'ra dovevano rimanere al loro posto e a. qualunque rischio assistere la popo• lazione senza attendersi nè compen• so oè lo<le. « Io lascerei i Giappo– nesi sbarcare », disse in un'intervista alla stampa, « ma opponendo loro la resistenza non violenta. L'India non deve arrendersi. Ricordatevi che do– vete essere pronti a perdere la vita in nna guerra non violenta, torse an– che più che io una violenta; e che la resistenza passiva esige un tipo superiore di coraggio. Se mi si darà la responsabiliti, della difesa, io a{– fronterò i Giapponesi senza altra arma che la non coopera:ione: senza piegare il ginocchio dinanzi all'ag– gressore. Però fulmineamente il 9 agosto seguiva l'arresto di Gandhi e 387
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