Volontà - anno XI - n.7 - luglio 1958

IL CROLLO S APER COGLIERE le contrad- 1o. dizioni di una determinata real– tà significa vederne oltre gli aspelti deleteri e decadenti, le forze posi– tive che in essa agis(·ouo e che of– frono concre1e possibilità di supe– ramento, Nella realtà in cui viviamo è in ali.o un fonomeno universale di grande portala, il cui valore positivo è avvertito ancora confusumenle. Noi lo vogliamo mettere in luce e inco– minciamo a dargli un nome: è la morte d'el mito. Se vi {u un crepu– scolo degli dei, quello di cui stiamo parlando è il crepuscolo delle idee, il dissolvimento dei miti che han fanatizzato gli uomini e li han rin– chiusi in grandi prigioni mentali. Eccoli gli ultimi miti della nostra epoca, ancora possenti e dominatori nei fatti ma corrosi ed in rovi.na ne• gli spiriti: la grnndf' Chiesa ed il grande Srnto. Come tuLti i miti essi sono lo :-rrntnramento e la corruzione di grandi principi etici; fra l'etica ed il mito che la vorrebbe sostituire la differenza è Condarnenrnle: la chiesa cristiana non è l'amore universale del messa~gio cristiano e Jo Stato socialista non è solidarietà umana proclamata dal socialismo e la deca• denza di quei miti non è la decaden• za di questi principi. La s1)iritualità e la fine del fratricidio per l'esisten• za fisica sono principi immortali ac- 374 DEI MITI qnisiti dalla nostra coscienza stori(·a, son 1rnrte del nostro essere. La ca– ratteri~!if·a dei gnndi principi è la Jibcrtà e la creazione; la caratteristi– ca di tutti i miti è il dogma e l'obbe• dienza; i grandi principi o concetti universali di vita unificano l'umani– t:I, il mito la scinde e finisce per sai• darsi con le divisioni so<"iali. Infami i due miti oggi dominanti del cattoli. cesimo e dello Stato socialista sono l'arma morale degli 01>posLi impe– rialismi, la loro forza psicologica; la loro crisi o sintomi di crisi sono nati dalla 1)ausa che ha dovuto subire la tensione internazionale, dall' alte– nuarsi dei loro antagonismi in un a~~cstament.o mondiale a base di ri- 1>artiziooi territoriali e compromessi politici. Non potendo nessuno dei due imperialismi prevalere snTI'al– tro ne è risultato un accomodamento di carattere provvisorio ed il per– durare di uno strano equilibrio so:•. reuo dalle si.esse forze che tendono a rovesciarlo. Le stesse forze dinami– che dell'imperialismo che mirano a rovesciare la situazione in loro favo– re si affannano a mantenere la nor– malità, una normalità in cui loro stessi non credono e si accusano a vicenda di insidiarla ma che oramai dura da tan1i anni. Ed in questo pre• cario equilibrio son venuti alla luce problemi di convivenza umana, esi– genze nuove che sfuggono agli sche-

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