Volontà - anno XI - n.6 - giugno1958

tano » i candidati dunntc le elezio– ni, possono contare in ogni partilo, su un appoggio politico indispensa– bile perchè i loro interessi siano di– fesi al Parlamento. Ogni cambiamento di ministero porla con sè dei rimaneggiamenti numerosi e delle nuove nomine in tutti i J>osti dello Stato, così che i quadri dirigenti dell'amministrazio– ne finiscono per accordare una mag• giore attenzione agli ordini del « lo– ro• partito anzichè alle direttive u[– fìciali. Questa situazione si ritron ugualmente nell'esercito do,•e la no• mina di ufficiali generali dipende maggiormente dalle influenze politi– che e dnl gioco di cla,is che dalle capadtì1 individuali. Un taglio verticale della socie• tà francese c dei suoi numerosi" or– ganismi, istituzioni e associazioni, mostrerebbe che tutti i campioni di epoche sorpassate, recenti o ultra– moderne, coesistono, si sovrappon• gono senza che le riforme o le mo• difiche condamiino a scomparire i meccanismi sorpassati. La Francia politica, economica e sociale è incapace di rispondere ai problemi nuovi di un mondo in ra– pida evo)uzione, dove il peso e le dimensioni deJla nazione francese si trovano ridotte, in confronlo alle forze colossali degli Stati Uniti, del– l'Unione Sovietica e dei moli del– l'Asia e dell'Africa. La crisi algerina Ridotta a ,1ualche cifra significa• tiva, 1' « affare » algerino è sem1>li, ce: poco J)ÌÙ di un milione di Eu• ropei, di condizioni diversissime, ma lutti con uno standard di viln sen• z'ahro superiore a quello della po• polazione autoctona; nove milioni d'Algerini mussulmani, la metà dei <1uali non ha ventun anni e le cui prospettive d'avvenire sono comple– tamenlc chiuse dai privilegi di ogni genere di cui godono gli Europei. Il gioco degli interessi coloniali– sti ha impedito che venissero appli– cate i progetti di riforma che avreb• bero potuto permettere agli Algeri– ni autoctoni di diventare cilladini con pieni diritti. Quando tutte le speranze di un'evoluzione pacifiea, quando tutti i tentati,•i di riforma, <1uando tutte le tratlative finirono in niente e l'insurrezione falli, la popolazione europea prese paura e formò un blocco quasi compatto. Il piccolo Europeo non si mostrò me• no violento del « grosso colono ». Tutti si rivolsero alla metropoli per chiederle d'inviare truppe e strumen– ti di guerra. Ma l'opinione pubblica francese non s'intèressò affatto delle opera– zioni d'Algeria che a poco a poco si trasformavano in una vera guerra. L'ondata di prosperità, le ore sup• plementari, la com1lera di macchine domestiche e i preparativi per le vacanze estive di ogni anno interes– savano maggiormente i lavoratori francesi della spedizione coloniale. Le perdite erano poco numerose in ~eno le reclute - cioè fra i gio– nni soldati che facevano il loro servizio militare - dato che erano sopratutto le truppe di mestiere (la legione straniera ed il corpo dei pa– racadutisti) che partecipavano alle vere operazioni. D'altra parie, il prezzo del.la guerra, sebbene fosse e• levatissimo (circa due miliardi cli franchi al giorno) era coperto dal 1>restito americano. Washington esi– tava sempre a perdere Ja sua allea• 293

RkJQdWJsaXNoZXIy