Volontà - anno XI - n.6 - giugno1958

Ci dispensiamo di parlare anche noi di questi fatti perchè la loro cro– nac,, sarebbe larsamente superala quando la rivista arriva nelle mani dei nostri leltori. D'altra parte non. è ,1eppure facile prevedere la piega che essi prenderan110. I nostri lettori troueran,w nello scriuo che segue di S. Pa– rar1e 1101.i:::.ie che suelano il retroscena, la natura di certi /Mli, le coalizioni di interessi della politica francese, che non si trovano certamente nella grande stampa d'informazione. . Per ora si sa che la rivolta dei militari, dall'Algeria si è estesa alla Conica, e minaccia di e.,tendersi allo stesso territorio metropolitano; che la guerra è incominciata i,r.Tunisia e che tutta la Francia pare viva in stato di guerra, anche senza la presenza dell'esercito e senza sapere dove sia il nemico. De Gaulle, che stantio alle sue dichiarazioni, deve credersi l'uomll della provviden:.a, ha luite le probctbilità di dominare di nuovo la scena della politica francese. Con lui al potere, la guerra in Algeria finirà forse presto, i ribelli algerini saranno domati con la violenza delle armi se è ne– cessario, e l'ordine regnerà i,r.Francia. Ma è certo che, tanto co,r. De Gaulle, <1ua ,r.to co n un gover,w P{limlin (mr. governo che pare non abbù, molti giorni di vita) la Fmnci<i si avvia uerso il /oscismo e che, con i suoi avvenimenti at– llwli, rende ancora più precaria (cd è tur.todire) la pace ,lel mondo. La guer– ra che pare già. estendersi 11ell'Africa del Nord potrebbe divampare ùr. lutti i conlÙtcllli. È doloroso co,utlltare che fo Francia, che Ira una bella tradizione di loue rivolu:iomrrie, di moti rivendicc1tìvi di ma:~sa,sia oggi nelle mcmi dei militari e dei gruppi più reazionari. I governi che si sono w.cceduti, dalla liberazione f1d oggi. ne portano certamente la responsabilità. Non hamw /allo niente ,,erchè lo Statuto Organico dell'Algeria, dato fin dal /ebbrnio 19•~7 dal socialista P. Ramadier, venisse applicato; hanno permeuo che le autorità civili in Algeria subissero sempre più le pressioni dei coloni e dei milit.llri; non lumno impedito la costil.u:ione di bande s<1uadristic/,e, fimm:iate dai coloni, contro gli indigeni; hanno permesso che il geuerale Mauu lascillsse cadere i suoi paracad11tisti in territorio al– gerino; che si applicassero l!listemidi tortura che non /r.a,anoniente da in– vidiare a quelli della Gestapo (una tcstimonian:.a è quella cli Il. Alleg che pubblichiamo in questo stesso numero}, ecc. ecc. L'elenco delle respon.sa• bilità è troppo lungo. Tuili i governi della IV Repubblica sono responsabili di ,1uanto oggi sta acc(ldendo: anche quelli socialist.i. Per ironia della sorte è proprio un gover,rntore socialista ad Algeri, Lacost.e, quello c/r.e ha fo– mentato la rivolta clei generali. Egli può esser fiero della medaglia di cui, proprio il. 9 maggio, <Jrwllrogiorni. prima del pronuncfo111-ento, è stato in• signito dal generale al<m, perchè, in/att.i, lw « ben meritato dall'esercito frnncese combattente in Algeria >>. J governi t1ttti lrnn110coltivai.o, curato il bubbone che fatalmente do– ueva portare alla rivolta elci miliurri con l'appoggio dei colonialisti, dei militari e di iu.ue le forze ,/ella Destr11rea:.ioncrria. Ala sc,rebbe slupido, e saremmo incoerenti con tutto il nostro orienta- 290

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