Volontà - anno XI - n.5 - maggio 1958
hiliti1 della piena occupazione ed an– d.1c con un margine di sicurezza e c:he gli altri tre comuni potevano anch'essi arrivarci. Con un modesto capitale, con un intervento culturale-psicologico, si potrebbe mettere al lavoro in quei dieci comuni tutta Ja gente che og– gi è disoccupata. E la goote non chiede altro che di lavorare. Ma finora i pochi interventi go. ,•crnativi sono piovuti a caso e quin– di sono rimasti inefficaci (come la distribuzione di concimi chimici nel ]953 che non essendo stata accompa– gnata dalle relative istruzione, i con– l;idini non seppero servirsene, t_.o. i,ì non ne fecero più richicsla. Cume quando il governo non nc– rnm pugnò l'esproprio dei ]7.000 ellari di terreno ron l'irrig11zionc, - possibile perchè le terre sono attraversate dal fiume lato che ue può irrigare 30.000 -, e cosi nei terreni, coltivati ad a@:rutni, vi fu uua enorme perdita di produtti– vitù). ] partiti ed i sindacati manda– no uomini in occasione delle elezio– ni politiche ed amministrative: quc. 11tiuomini (( parlano>> ma non « ve• dono )) lasciano cadere qualche pro– messa, tna finite le elezioni ci si accorge che tutto è rimasto come prima. La politica è spesso un 1>retc• sto per evadere dai problemi reali. Manca l'iniziativa privata, per cui (1ues1a gente quando è pO!!ta davan– ti a problemi la cui soluzione era alla portata anche della loro intelli. l(Cnza, il più delle volte dice « non 1·i avevamo pensato >). Questo lo si spiega facilmente perchè vive in lii.I cerchio molto chiuso da cui non egee mai e non ha neppure nozioni di altre espcrfouze attraverso letture - che non può fare perchè anaHa- beta - o per ._sentito dire>. È ne– cessario, qujndi, rompere questo cer– chio, gettare dei dubbi sui loro co– stumi e sulle loro tradizioni, im_ mettendovi volontà cd idee nuove. Solo in questo modo si può avere un primo risveglio di coscienza. E vi si arriva /atioondo insieme. Danilo Dolci avverte che facendo un lavoro molto preciso dal basso non si ottiene u11 lavoro di superfi– cie ma di struttura. Anche la piani– ficazione è necessaria, ma bisogna Carla dal basso, con conoscenza pre– cisa della sitm11:ione, delle condi– zioni di vita degli abitanti, fissando dei punti molto formi e tenendo con. to che il primo problema da risol– vere è quello del lavoro. Trova, quindi, assurdo che, recen– temente, lutti i partiti si i,iano tro– vati d'accordo per chiedere allo Sta– to 60 miliardi per costruire case, (che, molto probabilmente avrebbe. ro arricchito gli speculatori. viene da obiettare) . .Xei paesi nordici la ricostruzione del dopo-guerra si è indirizzata innanzitutto alle sorgen– ti di lavoro che a loro volta diventa– no sorgenti di ritchczza e permet– tono poi la costruzione di case. Questo è quanto hu cercato di far capire Danilo Dolci con i contatti e con le conferenze che egli ha avu. lo ed ha dato recentemente in Fran– cia, Svizzera ed in Inghilterra. Ciò che impressiona molto (e non solo all'estero) è il suo digiuno e spesso gli si chiede che cosa esso si– gnifichi. Egli risponde: « Quando la violenza trionla, che cosa fare? Quando la polizia uccide, la gente uccide e la nostru azione minaccia di essere schiacciata come una noc• ci_o1ina, noi digiuniamo. Il nostro
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