Volontà - anno XI - n.5 - maggio 1958

2 • !egue dal n, t. VIOLENZA E SOCIEVOLEZZA' V ·1~STATO sempre, o quasi i;em• pre, un gruppo, o dei gruppi 1·om·v1·n·nti, 1·lu• il dii-ordine non spaventava e d1e [uron ('apaci di or– gaHizzanH" lo sfrulfamenlo. J\'la assai ranlm<'llle (11(·1 solo c:aso drlla Rivo– luziom· umcricalla, mi sembra, e fu una insurrezione con scopi limitati. ,.:cnza alcuna ('omplicuziont· soeiak, dunque una eccezione assoluta) quel– li (·he avc,•ano preso 1n testa del mo– vimento ~ono rimasti alla sua Lesta fino alla pacificazione finale. La ({conquista giacobina>> prevenne i piani tor111osi della reazione monar– dtica: i bolscevichi annientarono il tentalivo prematuro di Kornilov; nel 1848. a sbarrar la strada al bona• partismo, non ci furono (,:he dei (( montagnardi )1 indecisi; in Spagna, Gil Hoblcs prima, Frant.:o poi, eh. bero in mauo delle carte che nè la FAI, in-,idiosamentc assillata dagli 'italiniani, nè Negrin poterono con– trohallcre. Così si giunge alla terza fase della rivoluzione, il trionfo di una violen– za di11a1oriale che ,, consacra le con– quiste del popolo >1 o <( restaura >> l'antico regime, ma che, nell'un caso •·ome nell'altro, rafforza gli organi di (·oercizionc a spese della societi1 e della civiltà. Fino a oggi, i parti- * t!a Tempo Prese11t.P, n, I, ge1111aio 1958, 236 giaui convinti della violenza rivolu– zio11aria hanno setnpre sperato che si potesse << far meglio la prossima volta>>. Oggi, però, sarebbe un ri– schio assurdo impegnare la battaglia conlro un polere i cui mezzi e i cui sistemi abbiamo visto << illustrali l> in sci anni di guerra totale, per ve. dcrla poi finire ... come è >'Cmprc fì. nita, e ritrovarci sottoposti sul serjo e per lungo tempo a un apparato di dominio controllato magari dai capi chP noi stessi avremmo scelto come i soli capaci di tener tesla all'avvver. sa rio. Bi!"-ogna evidentemenle cercare mezzi piì, sicuri, e sopraltutto pili conformi ai fini. E se è vero chC la situazione attuale non ha preceden– ti nella storia, sarà pure ragionevo– le prceonizzare l'invenzione di una << stratcgiu. >> e di una << taujca )'i an– eora mai tentate, e delle quali l'e– sperienza del passato non offre che accenni sug~cstivi'. Sicchè, alla domanda: su quali princìpi può fondarsi un'(( azione di resistenza >1 da cui sia escluso l'im– piego della violenza organizzala~ io risponderci in questi termini: a) la violenza è incompatibile con i va– lori di civilt.'1 e d'umanità socievole che noi vogliamo appunto preservare dagli allentali distruttori dei violen– ti; usando la violenza, noi rinne-

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