Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958

LETTERE ROMPERELA TRADIZIONE Parigi, 3 febbraio 1958 ~~O il ~allin~ento dei recenti scioperi nei cantieri navali di San. Na- rnire, scioperi che non si estesero all'insieme delle grandi regioni me– tallurgiche, la passività del movimento sindacale francese è tale che ogni sforzo per risvegliare l'ini::.iativt1 operaia e svincolarla dai patriottismi in cui si compiacciono le centrali sindacali, sembrano benefici. Così, l' ap– pello lanciato qualche mese /a da tre dirigenti sindacali ha suscitato un certo interesse, se non in larghi si.rati di lavoratori, almeno nei circoli dei militanti. I firmatari del mani/cMo sono: Dcnis Forestier, segretario del potcttlC sindacato na::.ionale degli istitutori autonomi; Roger Lapeyre, segretario della Federa::.iorae dei Trasporti pubblici affiliata alla C.G.T.– Force Ouvrière, ed Aimé Pastre, segretario del sindacato nazionale del personale penitenziario (crutodi di prigione!) aderente alla C.G.T., cioè alla centrale controllala dai comunisti (tra parentesi facciamo notare clte il solo minoritario della C.G.1'. appartiene ad un'organizzazione di cui dire che non è simpatica, è dire poco ... ). Che cosa dicono i « Tre »? Oichiaro,w clte l'unità operaia è una ne– ce.uità e che l'attuale divisio,ie del movimento sindacale francese conduce all'apatia e alla debolezza. Ma l'unità non è concepibile se ai sindacati non sono offerte delle garan::ie: cioè una completa democrazia, u,1a indi• pendenza totale dai partiti politici, l'incompatibilità delle funzioni sin– d<tcali e politiche. Brevemente, si tratta di concentrare lo sforzo di u,1i• fica.zione sulla Carte d'Amicns, cioè di ritornare alla tradizione operaia francese. Quando questa dicl1iarazìo,1e venne pubblicata, le grandi centrali rea• girono debolmente. Al congreuo della C.G.T., Benoit Franchon, il leader comunista, membro dell'Ufficio politico del P.C. e segretario confederale, si limitò di domandare a Pastre se intendeva realizzare l'unità senza e contro i comunisti. Soltanto i circoli sindacalisti fecero una buona accoglienza all'inizia. tiva, la discussero, la criticarono e finalmente l'accettarono fac~ndo qual– che riserva e domandando delle garanzie pcrchè l'idea, buona in sè, non 3ervisse a manovre di partito. /11, altre parti della Fra,acia, gruppi di militanti si servirono del ma– nifesto per tentare di mettere fine alla sclerosi sindacale e spingere a la- 209

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