Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958

secondo mc sono proprio anarchi• ni d~I clero, di qualunque colore cs– smo e clericalismo. Perciò, gli anar- so sia. chici, non possono che essere nemi- G. C. CITTADINI COL MARCHIO Presso la Corte d'Assise di Lh•orno sono stati celebrati recentemente (il 24 ed il 25 gennaio scorso) due processi dei quali mette il conto di riferire in breve, perchè si pres1a110 a considerazioni di earattel't". generale che ci sembrano opportune. ln ciascuno dei due, gli impuiati erano anarchici: Umberto Marzocchi di Sayona, nel primo, e Giovanni Tognaccini cli Livorno, nel secondo. Le imputazioni per le qUali erano slati astrelti a comparire davanti alla giustizia erano quelle tipiche che è d-'uso muovere a carico degli anarchici, iu Italia: vilipeudio e<l offesa delle istituzioni e della Patria. E', il vilipendio, un moderno reato giuridicamente difficilissimo da precisare, ma del quale il noJllro codice penale fa larghissimo conto: ai titoli, difatti, di vili– pendio ed offesa, esso de<lica romplcssivamente una dozzina di articoli (281, 282, 290, 29J, 292, 293, 301, 302, 311, 313, ,102, 408, 410) configurando una mezza dozzina d1 forme di cslrinsecazione di simili reati. Abbiamo infatti ,•ilipendio della bandiera o di altri emblemi e dei colori dello Srato, delle forze armate, della Nazione italìana, delle i~tituzioni costimzionali, della religione, delle tombe, dei cadaveri, oltre a pos– sibili offese alla libertà, all'onore o,I al prestigio del capo del governo. Si può capire facilmente come un povero anarchico, ridolfo in tali strette, Sll'I condannato in partenza ad incappare nel codice: anche se ha rinunciato ad usai-e le bombe alla Felice Orsini e alla Angiolillo u a comporrarsi da petroliere secondo la gagliarda tradizione romagnola, difficilmen1e riuscirà ad evitare che la più semplice espressione del suo pensiero venga ri1cnu1a criminale da polizioui e magistrati, iie– gucndo il codice vigente e una diffusa persistente mentalità. Ci ricordiamo i giorni della i,trage compiuta da 1111 infelice pazzo nella sala di un cinema di Ancona: prima che si scoprisse che ne era autore un maresci.allo della guardia di finanza di mare, tutti gli anarchici di Ancona e del circondario vennero rasirellati per misura prevenli• va dalle solerti autorità della pubhlicn sicurezza. Anche in un'aula giudiziaria sembra del resto continuare a vigere qualcosa come una legittima suspicione n danno degli anarchici: svolgendosi il processo a carico Jel nominato Umberto Marzocchi, il Pubblico minisiero della corte d'assise di Livorno non ha infatti esitato a mettere in dubbio l'attendibilità dei suoi testimoni a difesa, avvertemlo la corte << che gli anarchici non danno alcun peso a un giuramento prestino dinanzi ad una Corte». Avendo questa convinzione, egli avrebbe dovuto incriminare i testi per il reato di falsn testimonianza; ma pur non avendolo fatto, il suo argo• mento è stato accolto dalla Corte che ha condannato a quattro mesi l'imputato per il reato di vilipendio della Repubblica. Chi è nnarcl1ico è colpevole, e quindi venga condannato, Cosi :Marzocchi fu condannato perchè venne assuntn come decisiva la testimonianza del commiuario di P .S. Cunzio clic asserì di aver colto i11 un suo pubblico discorso le frasi « questo s1raccio di repubblica n e « questi filibustieri che stanno nl governo »– Non sono valse le denegazioni dei 1es1i a discolpa - in quanto anarchici - come non è servita la spiegazione dell'imputato. Egli provò di avere attaccato la Confìnùustrin. non la Repubblica, nccusando la prima di turbare il regolare funzionamento degli or– gani della seconda impiegando allo scopo i propri strumenti di cormzione. Disse perciò che la Repubblica non 11otcva apl)licarsi alle soluzioni dei problemi Jet popolo italia- 198

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