Volontà - anno XI - n.4 - aprile 1958

SUPERSTIZIONE,RELIGIONE,CHIESA t1 Se Dio ,·cniue a me, con la veri1à assolu1a in una mano e l'aspi• razione alla VNilà nell'nltra e mi dicesse: Scegli, figlio mio, gli ri– SJlOntlerei: La ,·eriti'1 assol11111, Signore, conservala per te, giucchè ogni m1soluto è fauo J)er gli Uei. A me dà l'eterna 08Jtiruione alla verità, giacchè in cHn 8111 la di• gnità umana ». f N tutti i tempi ed in tutti i pac1,i gli assertori di verità uniche so• no stati dei fanatici, dei settari o dei (eroci tiranni. Le crudeli guerre di religione, I' inquisizione, le oligar– chie del pn.ssnto cd i moderni regi– mi totalitari ne sono stati le espres– sioni più dolorose che hanno sempre rappresentato nella storia periodi di oscurantismo o di ritorno alla bar– barie. Uno spirito onesto non è mai or– goglioso delle verità in cui crede: il suo atteggiamento è di umiltà, è di ricerca ausiosa, inquieta di altre ve– rità che possono essere nel pensiero e nelle azioni di tutti gli uomini di buona volon1:l, qualunque siauo le idee e le parole con cui si esprimo– no. Quest'atteggiamento pare il solo possibile e saggio dopo che anche certe verità della scienza, che sem– bravano acquisite per sempre, sono crollate in seguito a nuove scoperte. · Nel campo delle idee astratte biso– gna di!fidare ancora di 1>iù delle verità assolute. In questo campo si potrebbe dire che ogni veriti1 ha un valore essenzialmente soggettivo; pare, in generalt;, vero ciò che è iu armonia con il nostro mondo inte– riore. LESSINC Cosi l'eterna con1rovcrsia dell'e– sistenza o non esistenza di Dio non potrà, probabilmen1e, essere mai ri– solta. Per negare Dio bisogna met– tersi sullo stesso piauo di coloro che l'affermano, cioè dobbiamo incomiu– ciare con il prendere come rcnle uu fantasma, un'cntiti1 astratta per poi demolirla con degli argomenti lo– gici; ma logicità non è sinonimo di verità. Si sa che la credenza in un dio è un atto di fede e come tale sfugge alle discussioni e non 1>uòri– manere turbata o scossa da nessun ragionamento per quanto bello e lo– gico 1>ossaessere. Anzi i credenti ve– dono proprio una prova dell'esisten– za di Dio, in qu,•srn impossibili1ù della mente umana di arrivare a spiegarlo e definirlo. Per i non credenti Dio è una pu– ra creazione dello spirilo umano, è una fantasia, ma ciò non toglie che questa creazione corrisponda a cer– ti bisogni dell'uomo. Dio, per la massa dei credenti, è il mistero, anzi i tanti misteri che il pensiero umano non può penetra• re nè spiegare; Dio è il bisogno di evasione da una realti, quotidiana brutta o dolorosa; Dio è la forza, la bontà che mancano in chi l'invoca; 193

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