Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

ritìt. Esso è la carità del vero e del giusto, come lo testificano queste pa– role Ji C. Rajagopalaciariar: «. E cosa contraria a Ohanna che godano alcuni mentre soffrono altri ... t la voce dcll'nnt.ico Dharma in noi che ci dice essere nostro dovere l'niu– iare i sofferenti e il dar da mangiare agli affamati ». Ascetico il movimento di Vinobn ed ascetica la tradizione in cui B'in. castra, esso non costituisce pertanto una condnm1a della vita e dei beni. di questo mondo. Ciò che condanna è lo spirito edonista e materialista della eiviltù occidentale, perchè una volontà di godimento e tulla intesa ali' ncquisto della ricchezza e alla mohiplicnzione degli agi non solo non reca pace all'auima, ma pure poco contribuisce sostanzialmente al– lo s,•iluppo dell'umana simpntia, EO· la base sicura di un·organizzazionc sociale equa e prog-ressiva. Per un cristiano «unum neccs.:,arimn~ (una sola cosa è neccgsaria), il salvar la anima sua. Anche le religioni india: ne mirano alla sakezza dell'anima, ma l'intendono in altro modo. Il dot1or S. Radhakrishoan, presentan– do il Bhudan come una rivoluzione economica cd agraria in un discorso 1>ronur1cia10 il 19 aprile 1954, insi– ste su questo punto affermando che il t1 nirvana )). la meta ultima dello essere spirituale, non significa affal- 10 liberazione del proprio corpo, Si J>OSC quindi ad esporre il concetto di .: pranaramam », simile a queJlo di « cudaimonia » dei greci, armo– nia di luttc le fonzioni di un orga– nismo, bellezza, forza, luce ccl in– vulncrabilit:1 deJ corpo. Quando " prannramam » vien presentato co– me un ideale da coltinnsi. non si può parlare di disprezzo della car– ne. Al contrario, è perchè ogni cor– po umano è suscettibile d'incarnare questo ideale che la vita umana è cosa sacra. La nozione del sacro è nozione religiosa. La vita umana non è pii1 sacra, nè lo potrebbe essere, e l'uomo diventa logicamente oggetto di tutte le indignitù là dove il sen• timento religioso è dileggiato e pro. scritto. Certi aforismi come il pao– lino « Voi siete il tempio di Dio» o l'islamico « Dio ci è pila intimo an– cora che non l'arteria del nostro col– lo» sono conquiste preziosissime del senlimento religioso e tra le migliori garanzie del 1>rogrcsso etico. li pensiero che le ispirò non ,,a mai neglello o deriso va preceduto, ma non escluso, da questo pensiero di Aristotele, a cui ovviamente e catc• goricamentc s'ispira Vinoba: « Bi– sogna pensare a vi\'ere prima di pen– sare a vi,•ere bene, e vivere siguifica provvedere alle necessiti, del corpo». La grandezza e I' origi11ali1:, del movimento Ilhudan non cousiste tau. to tuttavia nei suoi priucifli quanto nei suoi mezzi, nella (cdcltà a que– sti mezzi e nella fede meravigliosa nella loro efficacia. Viuoba crede nell'intensa bontl1 dell'uomo, nella volontà di bene non mai completa– mente assenle pur nell'uomo più viziato od inasprito, cd a <1ues1abon– ti1, a questa volontà di hene, egli si appella unicamente. Senza tema di conlradizioni si può affermare che chi contrasta o condanna l'opera di Vinoba, chi non fa nulla per la cau– sa sua, quegli non ha fede nell'uo– mo. E senza fcdc nell'uomo a che serve parlare d'anarchia? A che scr. ve pro1es1are contro i soprusi e le 111

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