Volontà - anno XI - n.2-3 - febbraio-marzo 1958

È bene ricordare che la parte piit volitiva di questo movimento e la pili vicina alle sue idee originarie, cioè Ja parte rivoluzionaria, si era formata staccandosi dal socialismo autoritario e dal marxismo ufficia– le, ispirandosi a principi volonta– ristici ed irrazionali o trovando il iUO nerbo nel sindacalismo lievita– to da minoranze anarchiche e da re– sidui rivoluzionari della borghesia. l?u questa parte" rivoluzionaria che visse il dramma nei suoi termini i– deali. Il socialismo legalitario, co– me abbiamo visto in un'altra parte di queste riflessioni, era quella parte di socialismo assimilato dalle forme democratiche della società borghe– se, puntello dell'equilibrio sociale. Le sue scissioni furono quindi le scissioni della guerra imperialista che mise francesi contro tedeschi, mentre il riCormismo italiano peu. colante Cra il grande socialismo te. desco e lo Stato italiano di cui era parte si dibattè in un neutralismo amletico. La crisi che travagliò la parte rivoluzionaria fu invece la crisi dell'ideale e gli opposti atteg– giamenti che ne seguirono furono i– nevitabile conseguenza della scon– fitta ideale segnata dalla guerra. Sopraffatto da una realtà negativa il movimento rivoluzionario si divise nell' atteggiamento neutralista che rifiutava ogni partecipazione ad essa 1>roclamaudo estranee alla causa ri– voluzionaria le sorti della guerra e nell'aueggiamento inteÌ'ventista che proclamava nefasto per l'avvenire u– mano il trionfo degli Stati militari– &!i ed autoritari che stavano som– mergendo l'Europa e quindi il clovc. re rivoluzionario d'intervenire cou– tro <li essi. Tale contrasto provoca- 92 to da quella sconfitta della rivolu– zione che ha nome guerra, si esa– sperò sino a diventare trauma mor– tale del movimento che lo rese per sempre inoperante. Per le enormi masse, neJla mag– gior parte agnostiche e primitive, che Ja Russia gettò nella Iornace della guerra, la crisi dell'esistenza come valore fisico sfociò nei valori ideali della rivoluzione. La rivolu– zione rmsa nata dalla disfatta mili. tare si sviluppò nel clima dei grandi ideali umanisti. Nell'evento nuovo e grandioso che si verificò un'infini– ta massa d'uomini uscì dall'inerzia millenaria e si fece protagonista di fatti che sbalordirono il mondo e ridiedero vita alle pili proConde a– spirazioni umane. Dopo un'effimera esperienza Jiberale, d'un liberali– smo idealmente consumato nella coscienza europea, questo popolo mosse decisamente all'abbaltimento di tutte le barriere sociali ed econo– miche, alle società senza classi. Il principio unificatore ch'è la Corza 1>rimordiale di tutte le rivoluzioni, balenò come un fulmine sull' im– mensa carneficina umana ed in quel– la luce sembrò concretarsi la pii1 an– tica promessa: la liberazione dello uomo dalla lotta per l'esistenza fi. sica, la fine del fratricidio per il pos. sesso dei mezzi materiali di vita. Ma il fatto che queste masse balza– te impro,,,,isamente alla ribalta del– la storia non fossero in possesso della profonda esperienza sociale e rivoluzionaria dei popoli europei, congiuntamente al fatto che la ri– volllzione non potè eslenclersi in Europa fermò il corso rivoluzionario degli eventi e diede inizio al proces– so i1wolutivo segnato dall'ascesa di

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