Volontà - anno XI - n.1 - gennaio 1958

generale. Il Congresso degli anarchici è Mala una cosa molto modesta che imeres.sava gli anarchici, per il coordinamento tra di loro, per il loro la– voro, lauoro che si svolge, poi, alla luce del sole, come lo dimostrano i frequenti prOCC$Si che ci sono stati contro di noi e che sono in corso anche f>ggi.Anzi, debbo dire, dte fu.mmo tutti stupiti di trovarci di fronte Cl tanti inviati speciali della grande stamp<i, dopo che <Jltesta, in varie occa– sioni, ci at1eva dato •per morti e sepolti. Mi permetto, inoltre, di dire che il signor Silvio Marengo non cono• sce molto bene le idee anarchiche (per quanto su di es.ie ci siano una buona pubblici.,ta e letteratura). Egli, lenendo conto degli attenza.ti anar• chici <lel passato, JJresenta gli anarchici come dei violenti e dei dùw.mi • tardi. A parte che l'attentato non è ima peculiarità. anarchica (erano forse anarchici Agesilao Mila,w, Felice Orsini, solo per citarne qualcuno?) l'at• tentato è quasi sempre il prodotto di situazioni eccezionali, l'esplosione della rivolta i11dividuale con.tro l'assurdità della condizione degli uomini o dei popoli. E mentre il signor Silvio Marengo, definisce Malatesta il « princ_ipe dei dinamitardi» egli non sa che proprio Malatesta predicò e praticò tutta la sua vita l'amore e I« solidarietà tra gli uomini e soleva ripeter~: preferisco la sconfitta alla vittoria che ha bisogno della forca. Quest'afferma::.ione non è rimasla una frase con la quale ortuJ.re certi discorsi, ma un principio orientativo di tutla l'azione anarcliica. Infatti, gli anarchici spagnoli nel luglio 1936, dopo la rivolza. dei militari e l'ini• ::.iodella rivoluzione, si rifiutarono <li segiiire l'esempio ,Jel partit.o bol– scevico russo del 1917 (pur essendo In forza preponderante in Spagna), di impadronirsi della situazione, percl1è questo li avrebbe obbligati a di. ventare dei dittatori, cioè ad innalzare le forche. E preferirono la sco11• fitta! Il signor Silvio Marengo ha ragione, invece, là dove dice clie gli a,wr• cliici «sul piatto delln bilancia della cosa pubblica non pesano un grammo». Chi è solito misurare la forza di un partito, di un nwvimento o di wi'orga,1izzazione dalla con..5istenza del suo apparato, dal ,wmero delle tessere che distribuisce - anche ai morti, agli emigrati, alla gente che di tessere ne porla più di una nella propria tasca - dai mezzi finanziari di cui dispone e che gli permettono di stampare quotidiani, di fare cam• pague elettorali per mandare al governo più uomini che può, veramente noi contiamo zero. Ed il guair, è che, ri-$petto ai quei criteri di misura, con• tirwercmo a contare zero. Ma, comro i mUsili balistici, le armi telenucleari, i satelliti artificiali, non è vero che siamo indifferenti; si potrebbe dire che siamo impotenti. Però non ci associamo a nessuna terribile menzogna: non facciamo credere che la pace del mondo dipende dall'equilibrio delle forze militari delle due grandi potenze ùi gara tra di loro per arrimre, invece ciascuna, ad una sua supremazia. Il buon se11sodice che quando wui gara si scatena si arresta solta11l0 al traguardo, cioè quando c'è u,, vinto e un vincitore. E non ci 49

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