Volontà - anno XI - n.1 - gennaio 1958

pretendere un'assurda parallela alla via Roma; oppure si può fore dal basso, ris1>et1ando le comunitl1 e la maglia viaria esistenti, rinnovando con cautela, affrontando il proble– ma analiticamente e non secondo a- 1>ocalitlici principi. Nel primo, ca– so, si sperperano i miliardi e si co– struiscono case per i ceti agiati, ma si devono trasportare le 120.000 per– sone che vivono nei mandamenti in qualche zona peri[criea, dove senza lavoro moriranno cli Cnme; nel se– condo caso, si riqualificano i vecchi quartieri nell'interesse di coloro che li abitano. Non c'è una terza via. C'era chi prevcdevn che a Paler. mo si sarebbe verificato uno scontro tra i pianificatori dall'alto (parla– mentari come Trcmelloni e Lombar– di, economisti come Sergio Stevc, Paolo Sylos Labini e Antonio Pescn– ti, f:unzionari della Svimez quali A– lessandro Molinari e Nino Novacco) e i pianificatori dal basso, in partico– lare i rappresentanti del 1< Mulino >) che agiscono nel Polesine; Giorgio Szemere e Alberto Mortara, espo– nenti del Movimento cli Comunitì1 nel Canavese, e i I gruppo di Danilo Dolci. L'assenza delle autorità sici– liane è spiegabile solo pensando che esse temessero che il congresso si sarebbe risolto in un moto agitatorio e in una serie di dcnuncie contro le rnalefntte burocratiche. 1 ulla di tut. 10 questo è avvenuto. La pianifica– zione dnl basso non comporta agita– zioni, 1>ressioni, rivendicazioni per ottenere questa o quell'opera, una strada, un edificio pubblico, una bo– nifica: è 1)roprio In pianificazione dall'alto che, essendo spesso impo– stata in modo astratto, è costretta a cedere di fronte alle pressioni agita– toric. I veri pianificatori dal basso 26 sono tecnici equilibrati e obiettivi, che ritengono, sulla base delle espe– rienze degli ultimi dieci anni, che molti problemi economici possono essere risolti localmente, e che l'a– zione governativa dcv' essere pro. grammnla in collaborazione con i rappresentanti diretti delle popola– zioni a beneficio delle quali si ope– ra. Michele Pantaleone, un perito agrario di Caltanisetta, ha esposto un bilancio disastroso di ciò che, a dispeuo delle leggi in vigore, non hanno fotto i consorzi di bonifica della sua provincia: se le opere pro– grammate fossero state realizzate, ci sarebbe stato il pieno impiego a Cal– tanissetta, ma ciò che s'è atluato è unn 1>ercentuale irrisoria di quanto è s1abilito dalla legge. In un dibattito tecnico d'elevatis– simo livello culturale, non poteva esserci un contrasto trn i pianificato• ri dall'alto e que11i dal basso. I pri– mi hanno inCaui riconosciuto l'asso. Inta necessità di agganciare la loro a11ivi1à alle strullure reali, economi– che, sociali e psicologiche del pae– se; i secondi sapevano benissimo che gli interventi governativi sono indi– spensabili in molti settori e che il problema è d'orientarli in modo che risultino veramente eHicaci. Ferruccio Parri ha concluso i la– vori del congresso con un discorso eccezionalmente puntuale. Ha loda– lo le iniziative per la piena occupa– zione 1>romossedal ministero del La– voro e l'opera cl'alcnni enti di rifor. ma, ma ha indicato nella via della pianificazione dal basso lo strumen– to d'una nuova azione politica, de– mocraticamente aderente ai proble– mi del paese. Mentre scrivo, Danilo Dolci di– giuna già da molti giorni. Non è un

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