Volontà - anno X - n.12 - 1 novembre 1957

a que!Pepoca le situazioni e gli avve– nimenLi europ'!i avevano valore uni– versale, perchè l'Euro1>a era la sede geografica delln civiltà; era il cuore dd mondo e di quel cuore l'Italia fu il punto più sensibile in cui prohle– m: e conLrasli vissero per <1ualche anno la piit alta tensione ideale. Ri– (erirsi a quel clima politico e sociale significa quindi riterirsi alla civiltù di quel tempo. Nelle cli{ficoltil che si frappongono alla comprensione di un'epoca passata v'è certamente il div,:rso costume di vita e la diversa menlalitil che du quell'epoca ci di. \'idono j)il1 che la distam:a del tem– po; e in questi pochi decenni il tra– gico dinamismo degli eventi ha pro– Coudamente mutato l' animo degli uomini ed il loro senso della vita. Credo tuttavia che si possa rientrare nello s1>irito cli quel tempo se ben s'intende la bella descrizione che di esso ci Cn lo scrittore Stefano Zweig; esso ravvisa l'egsenziale diversità di quel tempo dalle epoche successive nel senso di sicurezza e stabilità in cui si svolgeva la vitn di quegli uo– mini che pensavano al domani come se le cose non avessero mai dovuto cambiare, come se nulla avesse mai dovuto turbare od alterare il norma– le svolgersi dei rapporti umani. Era in(alti un'epoca di rela1iva stabifitì1. Quella che va dalla fo1e delle guerre d'indipendenza· nazionale allo seop– J>iodella prima guerra mondiale fu un 1 cpoca in cui gli elementi dell'e– quilibrio e della siabilitZt prevalsero lungamente su qt1elli che tendevano alfo sua fine cd al suo superamento. Ma nel seno stesso della situazione apparentemente tranquilla matura. ,·ano le Iorzc ad essa contrarie, in– grossandosi continuamente sempre j>Ìii minacciose. esplodendo Jocal- 111cntequa e là per il mouclo fino al– , l'esplosione universale del '914 che di quell'epoca segnò la fine. Esami– neremo le cause e le forze che crca- 1·0110 quella stnbilitit, le cause e le (orze che la polveriu:arono. In quasi lutto il mondo civile il capitalismo .,'era fatto ma:,giorenne liberandosi d11ogni soggezione feudale; fioriva– no le iuduslrie (' i commerci, gli af. fari prosperavano. Le basi sociali di <1ueJlastabilità erano nelle borghesie in pieno sviluppo, nella parte del proletariato operaio parzinlmeu1e soddisrauo delle sue condizioni spe• ciahnente nei grnndi centri urbani ch'erano la roccaforte del socialismo riformista, e nella grande maggio– ranza del proletariato agricolo rW1se– goato nella sm, miseria e chiuso nel suo fa1alismo religioso. Gli elementi sociali che eemcntavnnç. quella stn– biliti1 erano quindi abbastanza etero– genei e si esprimevano in ben distin– te se pur converirenti forme politiche che si possono chiaramente ravvisare cd erano: il clericalismo che nuche là dove aveva rapporti ostili con lo Stato ed anzi tramava contro la sua integrità consen•ava però un grande ascendente sulle masse contadine ga– rantendone l'inuocuità sociale. La 1>enetrazione sovversiva nelle campa– gne {u infatti ostacolata, più ancora che dai proprietari terrieri, dal pre– giudizio religioso delle masse conta– dine che gl'iucitamenti preteschi ae• ('endevauo di sacro furore. Le altre rorme 1>olitiche che operavano per la stabiliti, della situazione erano la de– mocrazia borghese e la social<lemo– crazia. La democrazia borghese era caratterizzata du diverse tendenze ma non determinate dal problema so– ciale sul quale lnttc eran concordi nella difesa senzu riserve della pro- 681

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