Volontà - anno X - n.11 - 30 settembre 1957

rltalia vrefascista. Il il.[iuistro della malavita, il Non mollare, le sue im– portan1i opere contro il regime mussoliniauo sono la storia dei nostri te1u". pi, sloria d1e egli ha io gran parte con1ribui10 a Care con il suo pensiero e cou la sua azione. Sempre egli è stato coi1tro-corrcntc, cou una coerenza, utHl tenacia ed un coraggio esemplari e sempre ,;i è schierato contro tutte le iuiqui1à, le ingiustizie, i soprusi, le tirannie dei governi cosi detti demo• cratici, di quelli diuatoriali, delle istituzioni, dei partiti, delle chiese, d'elle organizzazioni, degli uomini. t <1t1e$tO nuo dei suoi maggiori titoli di gloria. l\fa e"è un Salvemini che abbiamo perso per sempre: il Salvemini-Uo– mo t:hc è stato maestro di ,•ita anche a tanla genie modesta che non poteva valutare nella sua giusta misurn il $UOingegno, In sua coltura, le sue ope– re storic:he o politiche, ma che ha ugualmente sentito il fascino della sua personaliti1 e la forza del suo carattere. Gente, che per aver incontrato Gaetano Salvemini, si è sentita piì1 ricca, ha avuto ()ili fiducia in se stessa. 11a saputo vedere più chiaro nei mom<'nti diCficili della propria vita, h.'.1 sop1)ortato con più serenità e coraggio esilio, a,•versità e dolori. Avere la stima e la calda amicizia di Gaetano Sah-emini è stato per mol– ti di uoi motivo di orgoglio e tli gioia. Per nessuna cosa al mondo ~vrcmmu volutq perderla e perciò bisognava cercare di esserne degni. F. l'amicizia egli la dava generosamente a tutti coloro che i.-entiva che .erano dei galantuomini ed avevano un cuore. E' questo Gaetano Salvemini che oggi perdiamo e che lascia un vuoto incolnrnbile nella vita di moJti di noi. I ricordi premono sul nostro cuore, <1u.mdo una persona cara ci la– scia per sempre, pre!lentandosi lucidi e vivi alla uostrn mente, quasi voles– sero tener ancora lontana d'a noi l'imagine fredda della morte. Penso a qnando Gaetano Salvemini entrò 1m·poco nella mia vita. Fu a Firenze, nel 1919. Camillo Berneri era 'mo allievo e mi parlava con entusia.nuo ccl ammirazione cli questo suo straQrclinario proCes.,ore che prolungava le lezioni fuori dell'aula universitaria, che invitava i suoi al. lievi a pranzo da lui o a passare la serata in casa sua. Per la prima volta, Camillo, nella s·ua vita di scolaro, aveva trovato un rnaeslro. Anzi il Mae. stro. Egli s'illlercssava a tutta la vita dei suoi scolari e con loro discute,•a da pari a pari. Di Camillo s'interes~ in particolnr modo: aveva saputo che era a1rnrchico e, poco pili che ven1cnne 1 a\'eva già moglie e figli. Unn cosa insolita, mu a Salvemini piace,•a tutto ciò -.::hesi svolgeva fuori dei soliti binari. Però, nella sua profonda bontà, dovette avere qualche preo1;. cupazione per la << famiglia dello studente anarchico >> e gli foce una do– manda: <eMa tua moglie è anarchica?"•< No>,, gli rispose Camillo, « ca– pisce, apprezza le mie idee, ma uou è una « militante >, « Meno male », egli rispose, con una delle sue fresche e sonore risate, « perchè se in una famiglia c'è uno ,-he rompe i piatti, è neces~ario che vi sia un altro che li 615

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