Volontà - anno X - n.11 - 30 settembre 1957

LA SICILIA SENZA DANTE V-OLER DEFINIRE la civiltà si– ciliana f" un'impresa molto ar– dua. Non appare in essa un motivo che compendi, unifichi e impronti tutte le manifostazioni spirituali e d'arte in modo da essere preso come deter– minante e caratteristico. Se ei può parlare di civiltà tosca– na, lombardn, veneLa, e scendere ifi. no nlla individuazione di un fioren– tino, di uno scaligero, vi8conteo, veneziano ccc., per la presenza di elementi distinti e particolaristici che costituiscono I1essenza di quella civiltì, regio~ale o cittadina, la cosa riesce pili difficile quando l'indagi– ne si rivolg~ 1ul una caratterizzazio– ne della civilti, isolana. Essa resta imlcfìnibile poichè è la risuhante di ch•iltà diverse, spesso oppcM.te ed antitetiche. Dai fenici ai greci, dai romani ai vandali, dai bizantini agli arabi, d'ai normanni ai francesi, agli aragone– si, agli impe1·iali spagnuoli, popo– lazioni e governi si sono avvicendati nel Sud con di\'ersa fortuna ed han. no contribuito a stampare un'orma, un'improu1n al carattere degli abi– tanti. iPerò è raro incontrare i moti– \'i di fusione tra una civillà e un'al– tra; manca il processo di elabora– zione del vecchio per cui si origina e concretizza il nuovo. Così la civH– li\ greco-romana non confluisce in quella cristinnn, e nell'araba, e que– sta non penetra nello spirito nor– manno, aragonese ecc. Le città gre- che vengono abbandonate per co– struire iu nuoYi siti, in nuovi luoghi senza minimamente conlribuire alla nuova Ionnnzione cittadina nè tecni– camente nè spiritualmente. Anche se si riscontrano motivi di derivazione questi rimacgono sempre isolati e mai perleHamente fusi. Lo stile ar. chitettonico normanno conserva eJe, menti bizantini e arabi, ma non li plasma, nè li fonde in una nuova realtà, ma li accoglie secondo il gu– sto dell'armonizzare. Perciò la Si– cilia non produrri, (orme nuove ma connubi dcriYanti dagli accostamenti spesso felici, qualche volta meno. Si ascoltano toni corali che deriva– no dalla tradizione greca-romana-bi– zantina e toni monodici e individua– listici propri della tradizione araba– normanna-catalaua che creano un sentimento lirico tipico e caratteri– stico. Per esempio nei rifacimenti apportati nella Chiesa di Mazzara i motivi originnri dell'XI e Xll seco– lo sono completamenti scomparsi, come in parte scomparsi sono quel– li del ciu<1uecento. Tutto è s1ato ri– fatto secondo il gusto estetico del sei e del settecento. Non così per la Chiesa dei Santi Apostoli in Roma dove l'elemento ducentesco rimane chiaro nel rinnovato gusto del cin. quecenlo e del seicento. Lo stesso può dirsi per Snn Pietro, per Sau Paolo Cuori Je Mura di Roma, per la Chiesa di S. Ambrogio in Milano, per S. Vitale in Ravenna. Nell'Iso– la non av,•iene questo processo di 655

RkJQdWJsaXNoZXIy