Volontà - anno X - n.11 - 30 settembre 1957

non collaboraz.io, w e la resistenza passiva come metodo di lotta (comunque ci scirebbe da discutere caso per caso) e penso clie se 1,udo via dalla scoola, dato che 110n voglio fare l'operaio o il commerciante, debbo passare ad u11,'altra branca dell'amministrazione statale, dove l'aria che si respira è identica se ,wn peggiore di quelfo che spira nella scuola, e poi penso che potrei operare meno sulle scarzoffie che su. gioU(mi menti. Vi sono vari giornali in l talù, che permetlo110 una collnbora::.ione non servile e dove si può criticare (le rivisie: « La Voce clelln Scuola Demo– cratica», « Scuol<t e Ciuà >>, ecc). Vi sono Enti ed associazioni dove ci si può riunire e cercare di incoraggiarci a vicenda. Lo scoraggiamento non è infrequente quarulo si è costretti a insegnare come cento anni fa o qua.si (110,wstante i programmi nitra-moderni) mentre esperien::.e pedagogiche in Italia (Scrwla-Città Pestalozzi in Ffrenze, ecc.) e all'Estero (l'elenco sa.-– rebbe lungo) ci dimost,rcmo vie diverse e liberatrici. Che fare? Uscire dalla scuola e lasciare il posto a. un conformista, mettersi a scrivere, eccetera? La gente è superficiale e ti danno più retta se stai dentro che foori della sci.mia. Cli eretici non sono di moda e le nullità che ci coma,ulano ci met– terebbero a tacere co,r. sabotaggi varii. Vale di più, :)eco,ulo me, portare giorno per giorno il proprio contributo e viuere deulro la scuola; studio• re, aggiornarsi, essere preparati per poter approfiltare di ogni errore de· gli auversari e quando ci è possibile o lo riteniamo opportuno, aiutare il prossimo come meglio possiamo. lo penso che è più utile sabotare il re– gime siam/o dentro ln scuola, cl,e critic,1re dal di fuori. Ho concluso la mia lw1ga lettera, qucmle cose aurei voluto dire clu~non ho dette, conuuique se vi interessa potrei wrrrnre sull'argomento per un esame tecnico ed approfondito dei programmi e del.la politica scolastica in Iuilia negli ultimi cento anni, esom.e che ci permetterebbe di vedere la lotta della Chiesa e della borghesia per una scuola che dife,ule l'immobili• smo sociale; la classe dirigente conservutricc che ci gouema è una delle cons~guenze di questa educazione ... GIONATA l agosto 1957 ADALGISAFOLCHI BERNERI La madre di Camillo Bcrncri (è così che essa 1lesiderava essere chiamata) è dccc• duca a Reggio Emilia, il 16 agos10 u.s. all'età di 92 anni. E' una nobile figura di donna colla ed intclligcn1c, un'cduc:uricc, una sincern an• tifoscisrn che scompare, · Con l'av\'CUIOdel fascismo es~a ,•enne esonerala dall'iu;icgnamcn10 con la famigerata formula « 1>erscar"l!orendimento», un modo ipocri1a con cui il defunto regime colpi\•a llllli coloro che si rifiula\'ano di trasformarsi in seni fodt:li ed ubbidicnli. Venne così strap1ia1a alla scuola (insegnava lcuere e J)edagogia nella Scuola AlagistraleJ nella piena ma111ritàdella sua mente, quando ancora tanlo 1>ote\ 1 a dan•. alle gio\'nni scolarn che sa• 1>1.wano :i11prc:tzarele sue r:ire doti di inseg1111111e et di cd11c31rice. Qu:indo il figlio Camillo dovene cs11:11riarei,cr non prl'sinrc il giur:imcnto di re. 642

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