Volontà - anno X - n.11 - 30 settembre 1957

PROBLEMI D' OGGI SONO PROBLEMI più grandi di noi, più grandi dell'uomo-individuo, più grandi dell'uomo•umanità: oltrepassano i grattacieli e l'atomo, i piccoli, minuziosi e miopi governi delle nazioni più potenti, i direttori <I.elle imprese capitaliste teutacolari, le masse dei sindacati e dei partiti; oltre1>assano la scienza che ha contribuito a crearli e ancora non contri– buisce a risolverli. L'uomo non è piì1 la misura di tutte le cose; neppure di se stesso e delle sue costruzioni. Ma se è vero che l'uomo ha perso piede e non domina piì1 il suo mondo, è anche vero ch'egli possiede una riserva immensa di capacità e di volontà n cui non manca che la coscienza di sè e della trasformazione in corso per uscire da quest'incubo di disorientamento e paura. Dicono i seguaci di Freud che spesso basta che un ammalato mentale scopra e conosca con preci:,ionc la causa del suo squilibrio psichico, perche !l'avvii ver.:10la guarigione; e mi sembra che que.sto t·riterio della verit:'., terapeutica si possa estendere a tutta l'umanità, lu cui psicosi minaccia di diveutarc. cronica. Il nostro compito è quindi quello di risvegliare nei singoli la voloutà rinnovatrice, quanto il bisogno rli guardarsi intorno e di capire questa realt.1 ch'è la materia prima ,lei mondo di domani. Na. turalmente, nessuno è in grado d 1 abbracciarla lutta; ed ogni campo ha i suoi specialisti. Per il lavoro d'osservazione analitica, necessario in que– sto momento come preparazione alle nuove sintesi, da sostituire a quell<: del secolo scorso che sono diventate formule vuote ed iugombranti, bastano le quali ti, del buono studioso: sincerità, onestà, obieltività, metodo. Sem– brerebbe anzi che un entusiasmo « orientato » dehba piuttosto torcere le ricerche che dar loro un impulso effettivo. :Ma bisognn dire che, negli studi che riguardano le sempre, difficili relazioni fra gli uomini, l'obiettività P, una conquista ardua e poco frequente. 1Molto spe3~o fin le piit (redde s1a– tisLiche nascondono, agli occhi stessi di chi le l~a confozionate, un'oscura volont:1 conservaLrice. Nel subcosciente di molti studiosi si farebbe poca fatica a trovare l'idea inconfessata che l'unica rei.ltà « reale », oggetto di conoscenza scientifica, sia quella statica, mentre la realtà in movimenlo sarebbe utopia, o per lo meno un'intrusione dell'utopia nel campo di ((ciò che esiste>). Una prova di questa pigrizia scientifica per quel che riguarda ]a so– ciologia è la fede che si suol riporre nei documenti e ne1le statistiche u(• 618

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