Volontà - anno X - n.10 - 30 luglio 1957

SPARISCONO I VILLAGGI SIR GEQRGE Metcnllc, uno de- gli amministratori coloniali in– glesi piìt capaci, così parlava dei villaggi indiani nel 1830: <( Souo delle piccole repubbliche, proV\'istc di <1uasi tutto ciò che loro occorre, e con quasi nessun rapporto coll'e– stero. Le comunità che li compon– gouo sembrano durare quando nul– l'altro dura. Le dinastie cadono l'u– na dopo l'altra; le rivoluzioni se. guono alle rivoluzioni; gli Hinclu, i Pn1han, i l\fogal, i Maltratta, i Sikh e gli Inglesi ne sono in turuo padro– ni, ma le comunità dei villaggi ri– mangono le stesse. In tempi di di– sordini si armano e si fortificano; i.e un esercito attraversa il paese, rac• colgono le loro bestie entro le mura e lo lasciano passare senza provoca– zione; se le depredazioni e le devn– ri;tnzioni sono dirette contro di Joro e non possono resistere colla !orzn, si rifnp-iano allora in nitri villaggi pili lontani e ospitali, e quando è pas– sata In tempesta ritornano e ripren– dono le loro occupnzioni )>, Non mancano nitre testimonianze esaltanti il carattere democratico delle istituzioni del villaggio india– no, ed altre che acerbamente ue con– dannano il sistema di casta. Queslo ultimo di solito poco conosciuto e mal compreso, è marchiato senza e– sitazione da tutti gli clementi co– side1ti progressisti, comincinndo (la Mazzini che, nei << Doveri degli Uo– mini )) ne attribuiva sommariamente l'origine a una metafora diventa'ta dogma concernente il corpo di Brah– r.na . .Indubbio ad ogni modo, come notava Max Weber, è che « l'India è etnia 101 paese di villaggi », (se ne contavano mezzo milione nel 1933, con una popolazione di 300 milioni d'abitanti) e che << per ciò che ri– guarda la stratificazione sociale, non solo In posizione di questo o que– st'altro artigiano, ma il sistema di easta nella sua interezza va riguar– dato come un elemento di stabilità». Uno studio recente, limitato ma oggettivo e ben fatto, di A. K. Naz. mul Karim, professore di scienze pvli1ichc all'Universiti, di Dacc.,, mos1ra che la struttura sociale in– diana, gii, corl'osa dalla penctrnziouc ('apitalista inglese, si va ora rapida– mente trasformando, ma non abbia– mo ancora iu India (come abbiamo in Cina, ur.t altro paese dalla stra– gramle muggioranza contadi.na ) chi, fiero di aver abolito il villaggio co– me unillt poli1ica indipenclentc, ei dic:i fatuameutc, le numi macchiate di sangue: << Noufl avons chanE?é tout cela)>. La rivolu~ione industriale e tec– oologica, la divinizzazione della sto– rin ed il dinamismo capitalista, e– rcdilato e portalo al parossismo dalla mc-ntalilil pianificatrice comunista, hanno cambiato e seguitano a cam– binre la faccia del mondo. Ma pro– pri'> mentre ciò a cui si sono sosti– tuiti sta per essere distrutto irremis– sibilmente, sorge nella mente degli 587

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