Volontà - anno X - n.10 - 30 luglio 1957
sietà, dal bisogno di movimento, dal– la reazione contro l'asfissia delle nuove generazioni di Spagna. Gli ar– resti non spezzano che il complotto, sanzionano la debolezza dei congiu– rati interni, l'impotenza. d'ei ribelli dell'emigrnzione, la tragica lrngilità clel patto, ma non risolvono per niente i problemi fondamentali, che non sono quelli della snccessione, ma della vita economica e sociale. La successione di Franco non presenta ostacoli insormontabili, nel quadro stesso dell'equilibrio franchista; è l'ampiezza, e la profondità dei pro– blemi di base che esigono delle so– luzioni più audaci, piì1 difficiJi, di pii1 ampio respiro, che le cospirn– zioni politiche. Gioco di specchi Certo, l'irruzione delle masse sul– la scena e la loro partecipazione agli affari pubblici dai quali per venti anni esse so110state tenute lontane, possono essere rese possibili in se– guito ad un avvenimento, inatteso o provocato, nel Eunzionamento d'un potere. Ion si può ragionevolmente ncgnre l'importanza che riveste in certe circostanze m1 colpo di Stato, un complotto, un' audacia. Non è, dunque, sul valore stesso d'una con– giura, che per defmizione 11011 è che cucÙHleccezionale e passeggera, che è op1>orttmo pronunciarsi. Ciò che è decisivo, è riconoscere l'imporlnnza e conoscere i fattori fondamentali d'ella situazione nel suo insieme, e non di lasciarsi ipnotizzare dalle re• gole di m1 gioco effimero. Non sorprende che i dirigenti P,O• litici ammettano <1unlsiasi mezzo per avvicinarsi al potere, rientrare nel euo meccanismo, nei posti migliori 580 o nelle sale d'aspetto. È meno nor• male vedere dei miliumti operai e particolarmente dei sindacalisti - che conoscono la differenza tra at– tributo del potere e la potenza rea. le - puntare sul gioco di specchi di alleanze di parole, di sigle e d'idee. E nella misura in cui questi giochi di specchi riflettono una realtà, le « ipotesi » del progrnnnna massi– mo offerto dagli oppositori intemi offrono qualche pericolo: (4) Man– tenere rigorosamente l' ordine 1mb· blico; (8) Fare dei partiti ,,olitici degli organi di governo. Tradotto in chiaro, quelle due proposizioni « li– berali » non possono che significare, l'una, la conser\'azione d'uno Stato forte, mililarc e poliziesco; l'altra, il formalismo parlamentare in sostitu– zione dei movimenti societari reali. Supponiamo che tutto questo gio– co non sia che astuzia, machiavelli– smo, utilizzato da grandi furbi, e che una volta rientrati in terra ibe– rica i sind'acalisti strnppino questi documenti, patti ed altri lascia-pas– sare. Sono preparati per affrontare i problemi autentici? Sono pronti per portare, segucnd'o la loro via ope. raia, i lol'o metodi democratici, le lo– ro istituzioni sociali, un paese iu ri– tardo di mez.zo secolo sull'Europa oc– cidentale, allo stadio dell'organizza. zione liberiarin, moderna ed eHi.ca– ce? Snpranno essi rispondere alle in– terrogazioni delle nuove generazio– ni? Si sono preoccupati di nvere la loro fid•ucia? Hanno conquistato i lo– ro spiriti dimostrando loro di esseri" il possibile avvenire? I« documenti » e le« <lichiarazio– ni » sono strumenti politici - di po• litica parlamentare senzn parlamen– to - sono strmnet1li di una tecnica di potere, o speculazione sul pote-
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