Volontà - anno X - n.9 - 30 giugno 1957

monte sia più dannoso all'Italia che la tirannide d1 Ferdinando Il. Credo fermamente che se il Piemonte fosse stato retto nella guisa medesima <h.:g:li altd stati italiani, In rivoluzione sarebbe latta. Questo mio convincimenlo emerge dall'altro che la propaganda dell'idea è mm chimera, che l'educa– zione del J)opolo è un assurdo. Le idee risultano dai fa11i, non questi dn quelle, ed il popolo non sarà libero quando sarà educato, ma sarà educato t.1uando sarà libero. Che la sola opera che può Care un cit1adino per gio– \'are al paese è quella di cooperare alla rivoluzione materiale, epperò co– àpirazioni, congiure, tentativi, ecc. sono <1uella serie di fatti attraverso cui l'Italia procede verso la sua mela. Il lau1po della baionetta di Mifo,i.o [u una propaganda pili efficace di mille volumi snitti dai dottrinari, che sono la vera peste del nostro, come di ogni paese. Alcuni dicono che la rivoluzione deve farla il paese: ciò è inconte111a. bile. Ma il paese è composto d'indi,•idui, e poniamo il caso che tutti aspet– tassero questo giorno senza congiurare, la rivoluzione non scoppierebbe mai; invece se tutti dicessero: la rivoluzione deve fnrln il paese, di cui io souo una particella infinitesimale, epperò ho anche In mia parte infinite• simale da compiere, e la compio, la rivoluzione sarebbe immecliatamenle gigante. Si polrì, dissentire dal modo, dal luogo, dal 1ernpo di una congiura, ma dissentire dal principio è assurdo, è ipocrisin, è nascondere un basso egoismo. Stimo colui che approva il congiurare e non congiura egli stesso: ma non sen10 che disprezzo per coloro i quali non solo non vogliono far nulla, ma si com1>iacciono nel biasimare e maledire coloro che fanno. Con 1ali principii nrei creduto mancare ad un sacro dovere, se vedendo la pos– sibilità di tcnlarc un colpo in un punto, in 1m luogo, in un tempo opportu– nissimo, non uvessi impiegato IUtla l'opera mia pc!' mandarlo ad effeuo. lo non ispcro, come alcuni oziosi mi dicono per schermirsi, di essere il 6ah•atore della patria. 1 o: io sono con"into che nel Sud la rivoluzione mo– rale esista: sono convinto che un impnlso gagliardo può sospingerli al 111010, epperò il_mio sco1>0, i miei sforzi sono sì rivolti a ruanclare a com- 1>imentouna congiura con la quale dia un tale impulso: giunto al luogo dello sbarco, che sari, Sapri nel principato citeriore, per mc è la ,•ittoria dovessi anche perire sul patibolo. Io inclivicluo, con la cooperazione di lanti generosi, non posso che (ar que&lo e lo faccio: il reslo dipende dal paese e non da me. Non ho che i miei affe11i e la mia vi1a·da sacrificare a tale scopo e non dubito di farlo. 50110 persuaso che se l'impresa riesce, avrò il plauso un!versale; se fallisce il biasimo cli lulli: mi diranno s10lt0, ambizioso, turbolento, e molti, che mai nulla tanno e passano la vita cen– surando gli altri, esamineranno minutamente la t0$1l, porranno a nudo i miei errori, mi daranuo la colpa di non essere riuscilo per di(et10 di mente, di cuore, di energia ... ma costoro sappiano che io li credo non solo inca– paci di Iar quello che io ho ter11a10,ma incapaci di pensarlo. A coloro poi che diranno l'impresa impossibile, perchè non è riuscita, rispondo, che .:imili imprc~e se avessero l'approvazione universale non sarebbero che volgari. Fu dr.tto Colle colui che foce in America il primo battello a va– pore; si dimostrava più tardi l'impossibilità di trcwersare l'Atlantico con 535

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