Volontà - anno X - n.9 - 30 giugno 1957

Tommaso Fiore, dal quale ho preso in pre~Lito alcuni duti <lei presente ar1icolo, riassnme tutta l'opera mus– soliniana nel Tavoliere nella mode– sta ciCra di un migliaio di poderi e relative case coloniche per un tota. le di soli 30.000 etlnri sui 500.000 esistenti. Arfcrmando che <1ucsta o– pera non fu che un tentativo cli bo– nifica, i cui fini non furono del mi– to disinteressati, e senza influenza sull'economia generale egli scri\"e (« [[ Ponte" _ gennaio 1954): « Ci sono state le buone iutcozioni, lo so. 1 ovc borgate si sono costruite dal 1934 ad oggi, ma una sola, guar– date un pò, ha preso piede, quella di Siponto e non già per sviluppo di fomiglic contadine, di case con– tadine, ma perchè la bonifica, vedi combinazione!, si è rivoha a pro– muo,•ere una bella spiaggia con vil– lini per signori. Il destino delle al– tre borgate è 1nlmen1.e sicuro che i comuni sono riluttanti n prenderle in consegna ». E questo giudizio, si badi bene, è quello ;degli stessi dirigenti degli Enti tecnici agrari della provincia che ci fonno chiaramente compren– dere come del resto i pochi poderi realizzati siano stati disseminati lun– go le strade n scopo di prestigio, si– pario all'abbandono circostante. Nel 1954 la situzionc agricola del solo 'fa"olicre si presenta in modo poco edificante: 60% della superfi– cie a cercali, 10%- a colture legno• se, 6% a boschi ed il 20%, <1ualco– sa come 100.000 ettari, che resta a pascolo permanente. Oltre 15.000 et– tari sono ancora coperti dalle pa– ludi. Tusomnrn la Liberazione non ha che sfiorato la vecchia. Capita.nata. 11 Consorzio di Bonifica che ha ri– pr::eso a fouzionnre nel 1946 ha in 498 programma un'opera di 1rnsforma. zione, poco CJ.1tusiasta 1 solo per un <1unr10delle grandi proprietì,, le al– tre continueranno nel loro torpore produuh·o. Quel che è pi.ii grn"e an– cora è poi il fatto del persistere di \'Cri e pro1>ri contratti-capestro per gli aUìltnnri del latifondo foggiauo, contraui che la Repubblica continua compiaccutemente a riconoscere co– me legit1imi e democratici. Dopo un secolo dall' unificazione e cli millantato progresso In fnme endemica dei braccianti resta prcs– sochè immutata, come la solitudine della terra assetata. La legge stralcio non ha saputo espropriare che 52.000 e11ari di cui forse la mctì1 distribuiti. Come era dn nllcndcrci la Riforma tanto attesa e sbandierata è rimasta soffocata da un burocrat.ismo ben retribuito e dalle preoccupazioni politiche che hanno determinalo, da nnn parte, un tiepido allentalo ·alla grande pro– priet:1 e, clnll'nltra, la distribuzione del ricavato con criterj eJetlorali. Sull'appennino, nel Gargano e nei miserabili quartieri agricoli dei cen– tri abitati del 'fa"olicre, ancora più mi8erabili per le Ierite della guerra nncora aperte dopo un decennio, i cafoni attenderanno ancora la loro terra, cioè la speranza di \fivcrc un giorno una \'era ,•ita. A1tenderanno, perchè In sihrnzio– ne della Capitanata è purtroppo una uuo"n dolorosa accusa contro una società che antepone gli interessi particolari a <Juelli gonerali; è la si. tunzione di una regione, di molle regioni che ci dicono dn tempo che la loro riunscitn non è ormai più possibile nl di fuori dell'azione col– lettiva e diretta de11e masse inte– ressate. CLAUDIO CAl\'TINJ

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