Volontà - anno X - n.8 - 30 maggio 1957

della forza che della libertà conce11- sa dalle istituzioni democratiche ap– profi'ttano per distruggerle. Esposte a un colpo violento da parte dei partigiani della tirannia più che non lo siuno le istituzioni totalitarie ;1 quello dei partigiani della liber1à, t.:sse sono pure più esposte all'azio– ne delle forze etiche e razionali dal– ,~ quali in ultima analisi dipende o– gni progresso non strettamente ma– teriale. Si dica tutto quel che si vuo– le contro i regimi democratici, la lo– ro grande superiorità sopra i regi– mi totalitari è che in un sistema di democrazia ogni novità spirituale ha agio di 15bocciare e ogni conquiatu etictt di consolidarsi, e che il pro. cesso di decentralizzazione ed anar– chizzazione delle istituzioni non è cntegoricamente ostacolato nè ne so– no i suoi fautori necessariamente perseguitati. Più o meno cons.ciamente ed ambi• ziosament.e, ogni tentativo di vita eomunirnria s'inserisce nella società capitalista come nn modello e minu– scolo principio di una società non basata sul µro'fì'.llo economico e sul reggimento per delega e legislazione parlamentari. Che questi tentativi siano scarsi, effimeri e con pochi a. derenti, non pregiudica per nulla la loro giustezza. Non si può dire che siano 11naldiretti perchè sono ine[– fìcad, mentre il disinteressarsi della loro giuslezza o lo scartarli pregiudi– zialmente contribuisce pili di ogni altra cosa alla loro inefficacia. Se si può rim1>roverare ai loro promotori di sprecare le loro forze io imprese senza portata e condannate al falli– me.nto, essi possono rispondere che è chi li rimprovera che spreca deJle forze che, poste al servizio dell'idea• 450 le comunitario, lo trasfonnerebbero in una realtà di cui i poteri politici e sociali sarebbero costretti a tener conto. E• facile infalli imJDaginare come un movimento comunitario con alcune migliaia, o centinaia di mi– gliaia di aderenti potrebbe modi– ficare la struttura di un paese capi– talista almeno quanto è stata modifi. cata in parecchi casi da un pertinace movimento sindacalista. ·Potrebbe pure assicurarsi una misura d'indi– pendenza economica ed esercitare un' influenza politico non dissimile dal movimento delle cooperative di consumo in Inghilterra. (Finchè ri• mane invece quel movimento miim• scolo e sparpagliato che è, gli man– cano i dati necessari con cui impo• stare e risolvere il problema, in ler– mini di efficacia storica rigenerai.iv -a, dei suoi rapporti economici coll'or– dinamento capitalista che vnol SO• stituire ma da cui ai suoi 1>riucipi ne– cessariamente dipende. Tutti i movimenti con un ideale da realizzare sono in un certo senso u10- pici. Ma il 1novin1euto comunitario si distingue dalla maggior parte di es– si su un punto fondamentale. Un i– deale sociale è una gran bella cosa. ma non lo si può vivere che social– mente, in una società che sia da esso ispirala. Sul piano dell'attualità, della vita che veramente si vive, tre diverse attitudini sono possibili ver– so l'ideale, in funzione di ,ma deil<' quali si condannano le altre due con argomeu1i logici, storici o morali, mentre l'attitudine scelta dipende so– pratutto da bisogni psicologici e da una struttura di carattere particola– re. La prima attimdine consisle nel

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