Volontà - anno X - n.8 - 30 maggio 1957

VITA IN COMUNE e IH NON HA sognato nella sua infanzia e adolescenza, e forse anche da grande, a un'isola deserta dove poter vivere libero e dominato– re, e dove ogni suo atto sia in una necessario e voluto, creativo e posi• tivo, pcrfoltamcute pieno e congmo colrambicnte? Questo sogno egoista, tna pure espressivo di un bisogno profondo, legittimo e reale, dìt luo– go, collo sviluppo del senso sociale e in ri,i;posla ad altri bisogni non meno foudamcntaH e genuini, nl sogno di una piccola socictì, isolata, ove tutto quanto di buono e di bello un uomo pnò dare ai suoi simili e ricevere da loro permea ogni rapporto e la vita tutta modula ed armonizza in un in– canto quale e quello che emana <la una buona riuscila composizione nrn.sicale. La vita come melodia cd armonia, la vita secondo la volontà divi1rn, 0 1 il che forse è lo stesso, sccomlo gli urgiti pili profoudi ed i pensieri 1>il1 alti da cui l'uomo può essere animato, In vita come opera d'arte o illnstrazione di santi1i1 1 co– me gioia d'essere nato e in pace col proprio dcstiJ10: tale il sogno e l'i– deale di <1uanti, invece di audnre in cerca d 1 isole deserte, fondarono pic– coli ccn1ri, comunità e colonie, lon– tani e staccati dalla grande società inestricabilmente tessuta d'odio, di ingiustizia e di violcuza. Tale pure il sogno e l'ideale ili quanti agli albori dell'ouoccnto con. cepirono una rigenerazione sociale in tem1ini passati alla storia sotto il uome generico di socinlis1uo. Sociali– smo utopico il loro, condannato da Marx in Crasi acerbe e sprezzanti. Non è possibile, insis1e llnrx, crea– re delle isole di pace in m1 mondo in b'llerra, o immgurare m1 ordine di giustizia quando l'ingiuslizia regna sovrana all'intorno. Il piccolo di– pende dal grande e il debole dal for– te; se i poteri stabiliti permcuono la formazioue di colonje, di comu– nità o falmulcri ba.sali su ahri prin• cipi che non c1uelli per cui i poteri s1nbili1i si nrnntengono, è una delle due: o quelle comuui1ì, 1 colonie e falansteri uou rap1>rcsen1nno ueesuua minaccia ai poteri stabilili o de,•0110 la loro esistenza alringiustizia stcesa dei poteri stabiliti e ue sono complici pili o meuo uvveduti. Cou una visio– ne delJa vita e della storia senza pie– tà e senza considerazioni per il pic– colo e per il debole, per l'individuo o 1>cr l'associazione crcRtricc, pei motivi sentimentali e ideali, i segua– ci di Marx hanno proibi10 e punito, dovunque son ginnli al potere, ogni 1entntivo di formazione d'organismi sociali ed economici aulonomi, con finalità proprie e retti dal proprio spirito d'iniziativa. La loro logica, 447

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