Volontà - anno X - n.8 - 30 maggio 1957

Però manteucni aperti è facile da dire, non è facile da fare. Questo bisogna rilevare: che oc:corrc volerlo con estrema chiarezza (' decisione e costanza. Noi sosteniamo dn sempre la funzione indispensabile della diversit:ì di opjuioui e della molteplicità d'iniziative e di esperimenti con .cui (com'è necessario ed urgente) si veu~a ridimensionando l'azione-sociale alb sta– tura um:m:1, cioè attraverso piccoli gruppi :1per1i 1 auzichè contiuuare sul– l'antitetico piano d('ll'azionc-politica cli mostruosi organismi di massa. Eppure anche tra noi è difficile restare dav,,ero comprensivi verso il pros– simo 1liverso, disposti e capaci d'aiutare l'amico che pensa idee magari opposte alle nostre ma è come noi nei più intimi moti dell'onimo, poichè ,,..<tnch·e[!;li vuole a modo suo resistere al prepotere montante dei capi ed al montante abbrutimento delle 1< masse» da cui debbono invece riemergere le <e per.;oue ». Quanto da fare. Ed jn che infiui1a ,·arietìi di strade può incanalarsi se si vuole. Ma ~i deve volerlo. tenacemente volerlo: c;olo cosi diveu 1 a pos– sibile. Abbimi. con cari saluti. CESARE ZACC.\lll.\ i'i:woli, 15 maggio J95i. l' ORDINE REGNA IN UNGHERIA Nnturahnente è l'ordine tli Varsu•ia. A sci mesi dnlrinsurreidone ungherese, i giornali tro1,po s1,csso parlano di csecu• zioni di la,•oratori ed intellcnuaH col,,c,·oli di :wcr 11nr1eci1>alo alle giornnle rivoluzio– narie dell'ouobre-no\'embrc scorsi. E seriitori cd intcllcuuali. non 1,01cndo dire la ,·e– ri1:'1,si sono chiusi in un cligni1oso silenzio. Lt) misure reJ)ressi,·e del go\'crno Kacl11r conrinu:rno. Il 21 n1>rile u.s. Kadnr dichinrava sciol\a l'Associnzionc di scrillori u11ghc– rcsi, <pwlJa che era stata al centro della rh•oluzior,e e mohi dei suoi aclercu1i ,·enh•ano 1iersegui1:ui o incarcerali. Fra quesli ultimi ,·i è il noto romanziere (che era slatO pro– pos10 11er il premio Nobel) Tibor Ocr}', scua111adncnue, i eui libri, /_,a f"rase i11compi11ta, Amore. Dielro il muro di pietre e Niki, storia ,li 1111 ca11e, circolavano come manoscriui durante il regime di Hakosi perchè contenevnno una condauna delln miserin, dello dnit• tamenlo del JJOJJoloungherese sono lo s1oli11ismo. Si SII che cosn significhi finire in 11rigione, <1uando si è lona10 contro la tirannide: un J)rocesso 11refabbricalo e 11oi<111asi cer1amen1e la morte od una dura coudanun. A Parigi sono stali lanciati n1>11elli a mlii gli serinori, ar1is1i, scienziali del mondo 11er for conosecre la 1rngicn sorte degli scrinori incnrcer.ui e quella di Tibor Oery. che, per il suo 1>assn10di Ione e 11er i suoi libri, è pii, di 1ut1i trngica. Lasciar passare in i'ilcnzio queste infrunie criminali è rendersene complici. Non de,·e essere necessario che il sangue coli per le strade di BudaJ)CStper commuoverci s11ll11 trn• i;eclia del po11olo ungherese. Questo va bene per il nostro go\'crno di preli, per quello delle democrazie oceider11ali C"hehanno ,·erp:ognosa111e111e sfrutt1110. per ,lei loro 1,artico• fari interessi, il nrns,acro dd popolo ungherese. Tuui i=li uomini liberi dobhono i1111al– -zare la loro protcs1a J)er salvare gli uomini migliori dalla morte, debbono far sentire In loro solidnriet:I a coloro che. in eondii:ioni tanto diH1cili e 1>ericolose. rimangono fedeli ai morii delle giornale rì,·oluzionnrie ungheresi. 426

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