Volontà - anno X - n.5 - 1 gennaio 1957

s10 libro e concludendo in un modo così sconsolante: E' troppo 1ardi ora, sarà sem– pre lroppo tardi. Fortwiatamente! per fare un'azione che richieda ,·eramente cor3ggio e sncrificio. ERNESTO ROSSI La PUPIII•del Duca Gunnda, Parma, 1956 G. e P. Questo nuovo libro di E. Rossi è un'al– tra documentu:ione (come l'altro: Una Spia del regime, Edi1. Fehriuclli, Milano, 1955) delle vergogne del ventennio nero. Ed è una risposta a Guido Lete, il capo divisione della polizia fascista durante il famigerato ,·entennio, che nel suo libro O.V.R.A. • Fascismo ed Anti/a,cismo (Bo• logna, 1955) e in articoli pubblicati su L'Europeo (29 maggio • 5 giugno; 24 e 31 luglio 1956) ave,·a sos1enuto che il regime fascista era s1a10 10Ilerante ,·erso i suoi ne– mici cd nvvcrs:iri e che la sua poli1ia era una polizia come quelle di tulli i pncsi del mondo. E. Rossi, con documen1i, citazioni di giornali del tempo e di pubblicazioni del dopo-guerra e con l'esame delle leggi ema– nate in quel periodo, dimostra che l'OVRA, come la CECA in Russia e la Gestapo in Germania, si proponeva di eliminare ogni forma, anche la pili tiepida, di opposizione al regime. Per arrivare a questo scopo essn ricorre nll'opera insidiosa e ignobile di a– genti provocatori, agli arresti di tutti i ((sospcni », ai metodi inumani della tortura e delle sevizie per for confessare gli arre– slnti, al confino politico dove gli a1uifasei• sii sono sorveg1in1i severamente, controll:ui, 1101topos1iad arbitrii, vessazioni, soprusi della autorità amministrative o dei militi fascisti. Ed infine, come se tuuo questo non fosse s11rfìcien1e, vi 1ono i provvedimen• ti per In difesa dello S1ato delle famo• se leggi Rocco ehe culminano con I' ini– tuzionc (il 25 nol'embre 1926) del Tribu– nale Speciale pre11ied1110 da persone 1cehe dallo stesso Musso1ini. Insomma è la collu– sione più comple1a che poua esistervi tra 286 Governo, magistratura e polizia per impor• re un regime al J>opo]o ita1iano. 11 Tribunale s11cciale sccoudo Mussolini doveva fare giustizia e non ve11dctta: ma in gergo fnscis1:1«giustizia» significava at– tribuire il carallcre di « delitto di stato » alla minima manifestazione di opposizione al regime, al tentativo di ricos1nizione di un movimento o partito anlifascista, a qu:ilche foglicuo di propaganda di opposi• tori, distribuiti in qua ed in là e ad altri reali del genere. Del resto, per rendersi conio di come somministrava la « giusti– zia» il Tribunale Speciale basta pensare che Michele Schirni ru fucila10 per « avere avuto intenzione di uccidere il duce» sen– za che quella in1enzione avesse avuto un principio <li esecuzione. Qucs10 libro, come awer1e E. Rossi, nel– la sua prefazione è lull'ahro che comple– to. Per 8Cri,·ere 1a vera noria della polizia fascista occorreva avere « accesso agli ar– cl,ivi della Direzio11c Generale della Poli– :ia, del Tribunale Speciale e del SUL. Ta– li ricerche .sono oggi impouibili perchè troppi in1eres.si vi si oppongono e percl1è la nostra cla.ue dirigente - iri Parlamenl-0, nella magistratura, nell'esercito, nella bu– rocra.:iaed i11 senere nella pubblica ammi• 11is1ra.:ione - è ancoro in gran parte /a– sci#a •· Per conio nostro aggiungiamo che sareb– be pure necessario raccogliere il pili po,– sibile le 1es1imo11ianze di coloro (e sono moltissimi) che furono vinime dei sistemi polizieschi del Fascismo. Comunque, il libro è già in se stesso una buona documentazione sul 11i11ema po• lizieseo foscisia e potrà sen•ire, donrnni, di base per una storia più complet3 e piìa vasta. (Sinmo gr:ui. ad E. Rossi di aver presen• tata, nella sua vera luce, la figura nobile e generosa di Michele Schirru e di avere cosi fana giustizia dello scritto del suo di. femore d'ufficio su La Settimana lncom Illustrata, 10 marzo 1951 in cui aveva eo1ì miseramente rimpicciolita la figura del no• siro eroico compagno. Dispiace, invece, di vedere che l'aulore

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