Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956
offrano il massimo di fiducia nella loll;i; proletaria comune. E qual'è Ja condizione innanzi tutto ricliitstn 1>er questo fine? E: tutt'altro che uu'u• guagl ianza formale. t necessario che il membro di una piccola nazione possa trovare dei com1>ensi, ·io un modo o in un altro, alla sua situazione umiliante o alle sue concessioni forute alle altre na– zionalitì,, e sopratutto a quella sfi– ducia, a quello spirito sospettoso, ai colpi accumulati lungo tutta un'esi– stenza, che si sono ripercossi nella sua carne come cottimista del go,•er– no dell'arrogante nazioJe che è una .: grande potenza ». Pensavo che dei bolscevichi e dei comunisti non avessero, su <1uesto punto, bisogno cli pili nm1>iespiega– zioni. Penso che abbiamo davanti a noi un caso: <1ue1Jodella nazione– georgiana, che da un punto di vista realmente proletario richiede da parte nostra un'attenzione tulta 1>nr. ticol:1rc, della comprensione e il di– ritto di concessioni. Un georgiano che tratta qucst' aspetto delle cose con leggerezza, che si serve a torto ed a traverso <lcllc accuse di «social-na– zionalismo >> (11unndo egli stesso non è <ioltanto un vero cd autentico oc so– cial-nazionalista » ma anche uu bru– tale derjimorda grnn-rnsso) questo georgiano reca un reale torto agli in– teressi della classe prole1aria, percl1è uicntc impedisce maggionnentc lo svilu1>J)O ed il raffonamento àella so. lidnrictit di classe prolelnria quanto ]"ingiustizia nazionale. '1'on c'è niente a •cui siano pili sen– Sòibilii nazionalisti oppressi <1uanlo la loro uguaglianza di trattamcn10. La non osservanza di questa ugua– c,!i.-.n_.;ida parie dei loro compagni proletari è insopportabile, anche quando ciò llrcnde l'aspetto di una negligenza o la forma di uno scher– zo. t per questa ragione che in si– mili casi sarà sempre preforibile !)Cccarc per eccesso piuttosto che per difetto, in materia di concessioni e di riguardi verso le minoranze nazio– nali. Ed è anche per <1ues1aragione, che l'interesse di base della solidarietà 1>role1aria e, per conseguenza, della lolla di classe proletaria, richiedono che noi non trattiamo mai la questio– ne nazionale in una maniera fonna– lc, n1t1:anche noi focciamo sempre entrare nei nostri calcoli l'indispen– sabile differenza compensatrice che deve esistere nelle rclnzioni tra una nazione proletaria oppressa (o pic– cola), e quella oppressi"a (o grande nazione). Quali misure praliche debbono es– sere prese nella situazione che si è S\tiluppata? iPrimo: noi dohbi:uno mantenere e rafforzare I' unione delle Repubbli– che socialiste; su questo 11011 può es– servi nessun dubbio. Abbiamo biso– f,rilO di <luesta unione, nello stesso modo che il proletariato comunista del mondo intero ne ha bisogno nel– la letta contro la borghesia interna– zionale e nella dilesa cont.ro le sue macchinazioni. Secondo: dobbiamo mantenere l'u– nione delle Repubbliche 8ocinliste per ciò clic concerne l'apparato di– vlonrntico. Bisogna ricordare <1uiche <1uestoapparato occupa una situazio– ne complclamente eccezionale nel quadro go\·ernativo. Abbiamo esclu– so dal vecchio appara10 zarista ogni uomo che una volta \'i godc,,a anche In pili piccola influenza. Tutto il per- 117
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