Volontà - anno X - n.2 - 1 settembre 1956
nmucrosi piani. Ma io mi fermai su <1uclloche mi pan•e migliore: me ne sarei andato in Rumcnia, e l:1mi sa– rei messo in contatto con i fobbri– canli di carta-moneta n1ss.a (alP ... Mi mi i per la tlroda, ma a Odessa i compagni cominciorono a trattener. mi cd a criticare simile ri])iego. 1'u1. ta,•ia io non diedi loro a.5eolto e pro– .seguii il mio cammino. A Kitine,• il co1111>agno ch'era con me lro,•ò subi– to i contrabbandieri, e si recò in Ru– meni a con loro. Io dovevo attendere che mi foccsscro passare per un'altra strada. Li, incontrai due miei ami– ci del é,'TllPl)Odi Odessa, Viktor Ko– sLjurin e A111rn 1tfokarevic. Quando scpr,cro lo scopo del mio vinggio co– minciarono ud ntlaccnrmi, anche se d.a un punto di visln diverso da quel– lo di coloro che avevo incontrato a Odessa. Cosn dobbiamo Cnrccne di soldi falsi <1unndo cc n'ubbia1no di autcnlici? 11 problema non è quello di tro,,arc del denaro, ma della gen– te. mi dissero. A Kiev 'è già orga. nizzalo un grupJ>Oabbastanza impor– t:mte di • rivoho..,i ». 1 mezzi non manCJ1nOed altri ne verunno ben to– sto. Noi ci siam giì, organizzati. La– scia ilare la lua Rumenia, e vieni piullosto con noi dalle parti di Kiev»." Così infaui farà Frolenko, entran– do a for parte d'un gnippo di cui i maggiori ra1>prese.11tantierano Deba– gorij-Mokre,•ic, che ci ha lasciato delle memorie interessanti ma anche tro1>1>01,ittore~chc sulla sua atLività rivoluzionaria in quel periodo, Ste• 10 l\l, F. F11ou:N1CO, Sobrtmic 11oci11enij v dvucli to11wcf1, ,,od redlll.·clcj i 11 11rimc– co11ij11mi I. Tv.0001tov1CA (01,crc, in due YO• lumi. 11 cura e con noie tli I. Tcodorivic), JI c1.liz., 1;.\101e1, 1923, voi. I. 1•. 125. 108 fanovie e Dejc, che sarà J)Ìi1tardi un compagno di Plechanov ed uno dei fond:itori deJla social-dcmocrazia nis– sa. • Nel nostro gn11>po, scriver:, quest'ultimo, c'erano quattro dow1e Marja Pa,·lovna Kovalev!kaja, Vera h•anovna Zasulie, Marja Alek.sando. nia Kolenldna e Anna Jl'forko,•na Makare, 1 -ic. Ognuna di loro era a suo modo notevole, ma la J>il1dolattt era certo l'ultima. Essa univa ad w1 talento multifom1e un'ap1>arcnza di straordinaria bellezza. Bionda, oon gli occhi azzurri, con i capelli ondu. lati che essa attorceva in una lungJ!, grossa treccia, « Anja », come tutti la chiamavano, aveva dei traiti rcgo• lari ed una carnagione bianca e 1r:1- s1>nrcnte. Di media statur:1, ben fotto, con un'andalnrn lcggcrn, non Jlllrc,•n affa1to, negli abiti elegunti di cui cm sempre vestita, una « nihilista ». cd a1>1rnriva un po' meno gio,,nr1e di <1uel che Cosse in realtì1. S1>e!!!o gli sguardi s.i rivolgevano a lei <1trnndo pas.....,;eggial'a per la strada, ciò che non .;'adattava affatto al suo staio illcgttle ed era pericoloso per una J>Crsona ri– cercata dalla polizia come lei. Co .. ì una volta, tornando a ca•a. ci raccor.– tò d'a,,er incontrato J>Cr la ~,rada il capo dei genda.rmi di Kie,•, barone Gejkin, il quale s"era voho a guar– darla lungamente. Le ri pondemmo che probabilmente l'a,•cva ricono• se.iuta. Quale non fu Ja nostra mera, i– glia quando pochi giorni dopo 1111- pcmmo che quel chiacchierone di Gcjkin aveva dichi:irato ad un tale che era venuto da lui per parlargli dei sorvegliati politici: « L'ho ri– conosciuta come In ricercata Anna ::Makarevic, volevo fermarla, ma poi ei ho ripensalo sopra: che &e ne
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